24 gennaio 2007

Il caffè di Napoli


"Mi scusi, vendete quaderni?"
"No, ma se andate al tabbacchino dall'altro lato della piazza ne trovate sicuro."
"Sono andato, ma era chiuso."
"Nooo, non è chiuso, è che gli hanno fatto una rapina stanotte, voi bussate alla serranda che vi apre."


Partenza alle nove, ritorno alle nove.
Sono andato a Napoli, ho seguito la lezione sono tornato.

Non c'era gente vestita da pulcinella in giro, e nessuno suonava il mandolino. Non c'erano pizzerie e neanche uno striminzito pino marittino che incorniciasse il Vesuvio.
Ad incorniciare il Vesuvio ci pensava la nebbia, c'era vento e il mare era pure mosso. Vorrei tanto dire che era uno spettacolo di una bellezza maestosa e decadente, ma non è così.

Mi sono preso una "tazzurella 'e cafè" guardando il vulcano. Niente pizza e niente sfogliatella.
Il caffè, se lo volete sapere, sapeva di caffè.



Adesso sono a casa, vagamente rincoglionito. "Cchiù confusu chi pirsuaso" direbbe Montalbano. Sto cercando un motivo valido per decidere.

A questa scuola notarile ci vado o non ci vado?

...

Mah...

1 commento:

  1. Anonimo13:17

    Quello che scrivi di NApoli è allucinante...Napoli è la città più bella del mondo!!!!!!!!!!!
    Si vede che sei calabrese.... senza offesa..... che cosa avrete poi di tanto bello?? Mah.. ;)
    Un bacio, Mary

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