31 marzo 2007

Le passanti

A volte si scoprono per caso dei tesori che non si credeva di avere.
Io ho nel computer la discografia completa di Fabrizio De Andrè, ma un po' per pigrizia, un po' per abitudine, non l'ho mai ascoltata a fondo. Oggi, dovendo lavorare un po' di fronte allo schermo, ho fatto partire i-tunes in modalità casuale e l'ho lasciato fare. Dopo un po' sento questa canzone: Le passanti - Fabrizio De Andrè, di sfuggita, perchè stavo scrivendo.
Colgo, però, la frase finale "si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti che non siamo riusciti a trattenere."
Sono tornato indietro e l'ho sentita con calma tutta. Ho cercato il testo e me lo sono letto.
Bella. Vera. Triste.
Questa canzone rientra a pieno titolo tra "i pensieri che ho, ma che non riuscirò mai a dire così bene".
Leggete un po':


"Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere."

3 commenti:

  1. Anonimo16:54

    ...in fondo, quasi tutto quello che ha scritto De Andrè rientra nella categoria "ciò che ho sempre pensato, ma non riuscirò mai a dire così bene".

    P.S.: pensate che scrivere da un pc in Germania sia difficile?...provate da un pc in Grecia con la tastiera greca e il windows greco (classificato come il programma più oscuro mai concepito, a pari merito col windows arabo)

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  2. Verissimo, solo che qualche volta preferisco dimenticarlo. E' più difficile vivere essendo cosciente di essere completamente inoriginale e miserabilmente goffo con le parole...
    Senza contare a "quelle cose cui non avevo fatto neanche caso, ma adesso che me lo dice mi sento pure un coglione per non averlo fatto"...
    Per quanto riguarda la tastiera ti poteva andare peggio.
    Potevano essere ideogrammi.

    "E adesso sono cazzi!"
    la venticinquesima ora

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  3. Anonimo12:54

    "...ormai sono pronto a tutto!"

    Da un qualsiasi film della serie "Arma letale" o "Die hard"

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