28 dicembre 2007

I barbari (Vibo, VIII comandamento)

Natale: una tragedia che si poteva evitare, titolava tempo fa la rivista satirica Cuore.

Ebbene sì! Anche qui il caos regna sovrano.

I barbari (studenti ed emigranti) ridiscesi per le vacanze dalle remote regioni del nord (da Catanzaro, all'Islanda) vanno in giro spavaldi, insieme ai membri delle tribù locali e invadono le strade con le loro cavalcature (per lo più Mercedes affittate in Germania per mostrare "che lì i soldi si fanno", o Mini Cooper, per mostrare che anche se non si fanno i soldi, qui sappiamo come buttarli).

Le famiglie escono fuori dalle loro grotte grondanti di olio per garantire un sano diabete alla prole ipernutrita.

Tutti vanno da nessuna parte, ma molto in fretta (secondo l'espressione inglese "Going nowhere fast" o quella più nostrana "Facite ammuina"). Le vie, i marciapiedi, i negozi, i parcheggi sono intasati di gente dall'espressione incazzata e dai tratti che Lombroso non avrebbe esitato a descrivere come criminali.

La cortesia (merce già di per sè rara) non dimora più nei negozi, e i commessi che ti servono lo fanno controvoglia e ci tengono a dimostrarlo in ogni gesto.

Sulla radio, qualunque radio, passano solo canzoni natalizie che parlano di felici natali in famiglia, bastoncini di zucchero che piovono dal cielo e allegria che sprizza dentro e fuori i cuori della gente meglio dei blocchi di colesterolo da strafritto natalizio.

E io invece dico basta!
Attenzione, non dico che il Natale dovrebbe essere abolito: la mia avidità mi impedirebbe una simile affermazione.

Abbattiamo, invece, l'ipocrisia!

Togliendo la parte religiosa e quella del riunirsi obbligatoriamente tra famiglie e lasciando solo il lato consumistico della questione, credo infatti che sia un'ottima festa.

Fortuna vuole che siamo sulla buona strada per realizzare i miei propositi...
E' solo questione di tempo.

Quindi: EVVIVA IL NATALE!!!
FELICE CAPODANNO!!!

Per chiudere, e per entrare pienamente nello spirito festivo, consiglio l'ascolto di un cd dei Vandals, gruppo punk-rock americano. Il cd è "Oi to the world!", speciale per Natale. Al suo interno spiccano canzoni come "Christmas Time for My Penis" (E' tempo di natale per il mio pene) e "Hang Myself From the Tree" (Mi impicco all'albero), che, lo confesso, mi fanno sopportare persino i commessi dell'Euronics che non ti guardano in faccia quando gli chiedi le cose.

Tanti auguri.

19 dicembre 2007

Tonni

Uno dei problemi dei genitori apprensivi è il loro rapporto con le malattie.
Mia madre, uno di quei tipi che devi sedare con sonniferi per pachidermi per farla fermare quando sta male, è terribilmente ipocondriaca quando riguarda i figli.
Così, sto sviluppando alcune tecniche evasive per rispondere alle sue preoccuapzioni sulla mia salute, creando la confusione sufficiente a darmi il tempo necessario per guarire.

Ad esempio, in concomitanza con gli esami d'avvocato, mi è venuta la tosse.
Il motivo è piuttosto chiaro.
Mi svegliavo alle sei, assaporavo la frizzante aria mattutina di Vibo (l'ideale, se hai le branchie ovviamente), viaggiavo per un'ora in macchina col riscaldamento acceso e i finestrini abbassati perchè gli altri passeggeri che fumavano Marlboro rosse. E così il ritorno.

Inutile dire che al secondo colpo di tosse è intervenuta mia madre.

Mamma: "Ma che brutta questa tosse nervosa."
Mario: "Non è nervosa. E' snob. La uso solo per darmi un tono."
Mamma: "Ma che ti senti?"
Mario: "Tonni."
Mamma: "TONNI!?"
Mario: "Tonni. Pinne, branchie, squame. Nuotano in branchi. Li sento."
Mamma: "Scemo! Ma da quant'è che ce l'hai?"
Mario: "Da quando ho smesso di fumare."
Mamma: "Ma stanotte non ti ho sentito tossire."
Mario: "Sì, di solito quando dormo ho l'abitudine di non tossire. Strano vero?"
Mamma: "Ma stai prendendo qualcosa?
Mario: "Il vaccino per l'ebola è ancora in fase di sperimentazione, ma mi hanno detto che se ci riescono, forse, mi faranno avere qualche provetta."

Fatto sta che ora prima di tossire devo andare a nascondermi in un'altra stanza: sto finendo le risposte....
Aiuto!

16 dicembre 2007

Anticiclone

Avviso a tutti i romanticoni: l'anticiclone delle melensità porterà nevicate di cuori anche alle basse quote....
Ooh I need your love babe,
guess you know it's true.
Hold me, love me, hold me, love me.
I ain't got nothin' but love babe,

14 dicembre 2007

Esaminato

Rieccolo.
Distrutto. Tre giorni: gli esami d'avvocato.
Ora ho il mal di gola, il naso chiuso e un vago senso di rincoglionimento, ma non vi preoccupate.
Torno subito.

06 dicembre 2007

Substantia

Prendetevi cinque minuti. Se avete le cuffie ancora meglio.
Guardate questo filmato.
Merita.


04 dicembre 2007

Un dito puntato contro il cielo

Erano circa un miliardo e duecentocinquantatre milioni le persone che in quel momento, nel lato in ombra della Terra, tenevano un dito puntato contro il cielo. Era poco inferiore la quantità di persone, che non avendo la presenza di spirito neanche per fare quello, stavano semplicemente con la bocca spalancata. Molti, soprattutto tra gli anziani, erano quelli che avevano ben pensato che quello fosse il momento migliore per farsi prendere da un infarto, o lamentarsi dei vecchi tempi in cui queste cose non succedevano. Pressoché tutte le sette religiose e diverse tra le maggiori confessioni si attribuivano la paternità dell’evento che aveva sconvolto i miti cieli del pianeta Terra.
Immediate furono le accuse di ogni governo, verso il proprio avversario, di infrazione di trattati internazionali, e numerose furono le guerre che per quel motivo scoppiarono.
Intanto, nei sotterranei dei laboratori di ricerca in tutto il globo, ogni scienziato, anche chi, rispetto agli altri, fosse appena in grado di scrivere il proprio nome, fu chiamato a studiare quel fenomeno, anzi, come dicevano le istruzioni top secret, quella minaccia.
Migliaia furono le proposte e le idee espresse da questi uomini di scienza, poche decine furono quelle che superarono il controllo incrociato di centinaia di illustri colleghi. Una sola, in assoluto forse la più assurda, quella che fu scelta come soluzione del problema.
Con comunicati costanti inviati via etere, carta stampata, voce segnali di fumo e ogni mezzo conosciuto si rese noto a tutti quale fosse il comportamento che l’umanità avrebbe dovuto tenere e in quale preciso momento.
Fu così che, dopo immensi preparativi, alle ore 18:00 (secondo il meridiano di greenwich) il mondo intero compì il più grande inchino che la storia si ricordi, di fronte al cielo dove, luminosa e immensa, era apparsa la scritta:

FINE