09 gennaio 2009

Becky

Gli episodi precedenti: Il mio sangue - Niente da perdere

* * *

Il sangue di Becky gocciola per terra.
Mi guarda, spaventata, mentre chiamo la polizia...

Ero sceso alla fermata del Giardino Botanico e avevo preso un taxi.
Non potevo arrivare al centro. Sporco di sangue, bagnato e infreddolito per com'ero non avrei camminato ancora a lungo senza attirare l'attenzione. Non ero ancora pronto.
E poi poco distante da lì, tra la Holland e Allerton, abitava Rebecca. Lei, pensavo, non si sarebbe sorpresa di vedermi piombare così in piena notte e magari mi avrebbe aiutato.

Le croste di ghiaccio e neve che coprivano le rive del Bronx, sulle strade del centro diventano poltiglia marrone, oleosa e maleodorante. Camion spargisale e spazzaneve passano lenti e rumorosi a ripulire.
Dev'essere l'una e mezza almeno, quando trovo il suo nome sul citofono, nascosto sotto lo spruzzo di vernice di qualche ragazzino.
"Chi è?" la sua voce calda e assonnata pare venire da mille miglia lontano dal mio mondo così sporco e freddo e quasi mi pento di quello che sto facendo.
"Becky... Becky sono io, Ian, fammi salire."
In silenzio la neve cade accanto a me, spinta nell'androne dal vento. Il portone ronza e una luce rossiccia cerca di scacciare le ombre dall'entrata.
Zaffate di cucina, fumo stantio e urina di gatto mi assaltano appena dentro il condominio. Volantini promozionali raccolti per terra agli angoli su carta sgualcita. Un piatto di plastica poggiato per terra ha ancora qualche avanzo di cibo dentro.
L'ascensore è rotto e salgo a piedi tre piani di graffiti, giochi a premi urlati in tv e pianti di bambini.
Che buco di merda.

Il viso perlaceo di Rebecca occhieggia da uno spiraglio di porta.
"Beh... che ci fai di bello qui, Ian?"
Persino la sua aria da dura si incrina quando mi vede meglio alla luce, ma mi fa entrare.
Poco dopo sono nel suo bagno a togliermi del freddo e un po' di sporco di dosso, lei è di là che che mi cerca qualche vestito pulito da mettermi.
Becky.
I suoi capelli ora sono viola e sicuramente avrà una sua spiegazione anche per quello.

Mentre finisco di asciugarmi la vedo nello specchio che sposta un mucchio di vestiti da dentro un armadio con un anta rotta, i dreadlock che le ciondolano davanti ogni volta che si abbassa e come cerca di rimandarli indietro. Alta e magra com'è, non so come fa a non sembrare uno spaventapasseri con quell'accappatoio di spugna addosso.
E stavo per voltarmi.
Ma Rebecca prende qualcosa di nero e pesante da dietro i vestiti e lo infila in una tasca dell'accappatoio di spugna.
Sento di nuovo freddo mentre silenziosamente esco dal bagno e la seguo nell'altra stanza.
E' al telefono ora.
"E' qui... - dice - lo so ma io non posso... questo non... ok... ok... lo trattengo. Vieni subito."
Aspetto qualche secondo per fermare il cuore mentre afferro un posacenere di metallo da una cassettiera vicino a me.
Perché Becky?

Lei mi passa davanti e la colpisco sulla sua testa prima che possa reagire. Per un attimo sembra anche sorpresa, prima di cadere a terra.
Trovo subito la pistola, una Glock G29, da 10 millimetri, quasi un chilo col caricatore e sporgeva appena dalla tasca.
Sono fortunato, sul telefono c'è anche il numero dell'ultima chiamata. Con una penna lo segno sulla mano.
Becky perché dovevi farmi questo?

Mi metto i vestiti.
Lei cerca di muoversi, di rialzarsi.
Prendo un cuscino dal divano e le sparo.
Il rumore supera appena il chiasso che viene dalla tv e dagli spazzaneve sulla strada.
Il sangue arrossa l'accappatoio su un fianco.
Rimango ad osservarla per qualche secondo mentre decido la prossima mossa.
I suoi occhi sono aperti e pieni di paura.
Devo guadagnare tempo, decido alla fine, ed è solo per questo che chiamo il 911.
Ora devo continuare a correre.
Sono già fuori del palazzo prima che l'ambulanza sia arrivata.

* * *

Il seguito uscirà qui: i-find-myself-fascinating.blogspot.com.
La
foto originale di Becky appartiene a Bruisedkiwi , il resto del lavoro l'ho fatto io, col suo consenso.

3 commenti:

  1. Siamo dunque arrivati al terzo episodio di questa storia ancora senza nome e continuano piccola indagini sui retroscena di questa storia.
    Vi posso dire ad esempio che finora tutti i luoghi citati esistono realmente.

    I primi due racconti si svolgevano, infatti, nei pressi del fiumiciattolo Bronx, a nord di New York. Potete controllare voi stessi com'è la zona cliccando qui.
    Inoltre la foto in fondo al primo capitolo è proprio una versione ritoccata della vera stazione di Scarsdale, come si può notare dal cartello all'estrema destra.

    Potrei anche rendermi la vita più semplice, ma così mi diverte.

    Quindi se volete seguirci dall'alto, noi ora siamo qui proprio al centro.

    Ora la palla spetta a Livio, ma se qualcuno comincia ad avere qualche idea per la povera Becky sanguinante nel suo soggiorno può pure farsi avanti.
    Qualunque idea è ben accetta, basta che ne parliamo un po' prima.
    A presto dunque!

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  2. Mi piace, inizia a farsi davvero interessante la trama. Molto carina Backy però la vedrei più rossa :D scherzo, complimentoni.
    Mi piacerebbe partecipare...vedremo se trovo una idea degna.

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  3. Tanti auguri di buon compleanno Mario!

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