Avete presente quella sensazione di noia, angoscia, apatia e atarassia, quasi abulia, l’aprire i cassetti e richiuderli senza aver preso nulla, lo sciabattare per casa senza meta, l’aprire il frigorifero e guardare per mezz’ora il formaggio (o altro cibo da frigorifero a scelta) come a chiedergli ma tu ti faresti mangiare, lo stare seduti e guardare nel vuoto con la testa di sbieco e lo sguardo crucciato, il voler uscire ma non sapere dove andare, l'avere un forte desiderio di fare qualcosa con una mancanza di voglia di fare qualunque cosa delle stesse esatte proporzioni a controbilanciare.
Mai avuto tutte queste sensazioni?
Ecco in Calabria questo stato si chiama poseja.
Parola fondamentale per spiegare l'angoscia esistenziale che attanaglia i calabresi da generazioni e che gli impedisce di comportarsi a modo.
Adesso pure voi potrete dare un nome alle vostre domeniche pomeriggio.Mai avuto tutte queste sensazioni?
Ecco in Calabria questo stato si chiama poseja.
Parola fondamentale per spiegare l'angoscia esistenziale che attanaglia i calabresi da generazioni e che gli impedisce di comportarsi a modo.
L'inglese: gran lingua.
Pensate che una delle parole inglesi (non sozze) più conosciute dai giovani deriva (forse) dal calabrese.
Piercing (dall'inglese to pierce: bucare, forare), ha il suo omologo calabro in perciare. (voce del verbo tu perc')
Uno dei proverbi più famosi e usati localmente che contiene proprio questo verbo è: "Comu dissi u surici 'a nuci, 'ammi tempu ca ti perciu." che a Oxford tradurrebbero "How the mouse said to the nut, give me time and I will pierce you." Chiarissimo, no?
Pensate che una delle parole inglesi (non sozze) più conosciute dai giovani deriva (forse) dal calabrese.
Piercing (dall'inglese to pierce: bucare, forare), ha il suo omologo calabro in perciare. (voce del verbo tu perc')
Uno dei proverbi più famosi e usati localmente che contiene proprio questo verbo è: "Comu dissi u surici 'a nuci, 'ammi tempu ca ti perciu." che a Oxford tradurrebbero "How the mouse said to the nut, give me time and I will pierce you." Chiarissimo, no?
Il latino, stringato e senza cuore, direbbe "gutta cavat lapidem", ma siccome quando si parla di lapidem qui, se va bene, ci si tasta tra le gambe, se va male, partono sonori "TIE'!" accompagnati da illustrative corna (purtroppo con la c minuscola, non maiuscola), si preferisce la versione dialettale, usata, tra l'altro, dai giovani riguardo a dame resistenti alla corte nella versione abbreviata: " 'Ammi tempu ca ti perciu...".
Il calabrese spiega con un altro suo proverbio un misterioso fenomeno che ognuno di noi avrà incontrato quando si tratta di fare divisioni, infatti: "Cu sparti si pigghija a megghiju parti" ossia "Chi fa la divisione prende la parte migliore". Tenendo questo in mente, ricordatevi di offrirvi a fare le porzioni (un po' come fanno da sempre i politici con la cosa pubblica)...
E ora qualche parola utile:
Prescia: fretta. Ad es.: Va chianu! Chi è tutta sta prescia! (Va piano! Cos'è tutta questa fretta!)
Nasca: naso, non comune gara calabrese di muli in tracciati ellittici, come alcuni avranno pensato.
Il calabrese spiega con un altro suo proverbio un misterioso fenomeno che ognuno di noi avrà incontrato quando si tratta di fare divisioni, infatti: "Cu sparti si pigghija a megghiju parti" ossia "Chi fa la divisione prende la parte migliore". Tenendo questo in mente, ricordatevi di offrirvi a fare le porzioni (un po' come fanno da sempre i politici con la cosa pubblica)...
E ora qualche parola utile:
Prescia: fretta. Ad es.: Va chianu! Chi è tutta sta prescia! (Va piano! Cos'è tutta questa fretta!)
Nasca: naso, non comune gara calabrese di muli in tracciati ellittici, come alcuni avranno pensato.
Cato: Secchio. (con le varianti: Ducati: due secchi; Maleducato: male del secchio).
Pruppu: polpo, come in "Cu sì tu? Melu, u figghiu du u Pruppu?" = Chi sei? Carmelo, il figlio del Polpo?
Vastasu: sia scaricatore di porto che persona infima.
Pilu: pelo. Tipica metonimia (parte per il tutto), quindi "pelo pubico" per "donna". Esempio quasi sconosciuto: "Cchiù pilu pi tutti".
E ora il classico saluto locale calabrese carico di disprezzo e fastidio: Cià cià...(cazzu cazzu)
(meraviglioso il tappeto fatto a Vibo)
Pruppu: polpo, come in "Cu sì tu? Melu, u figghiu du u Pruppu?" = Chi sei? Carmelo, il figlio del Polpo?
Vastasu: sia scaricatore di porto che persona infima.
Pilu: pelo. Tipica metonimia (parte per il tutto), quindi "pelo pubico" per "donna". Esempio quasi sconosciuto: "Cchiù pilu pi tutti".
E ora il classico saluto locale calabrese carico di disprezzo e fastidio: Cià cià...(cazzu cazzu)
(meraviglioso il tappeto fatto a Vibo)