26 giugno 2010

Delle fiabe cruente

"Non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dell'angoscia." Franz Kafka
Granzie Franco, ora puoi andare... Bene.
Come sostiene Ciccio quissù, ogni fiaba contiene violenza, sangue o dolore in qualche maniera. Una fiaba è fatta per spaventare, perché attraverso la paura si può insegnare ai bambini cosa si può e cosa non si può e non si deve fare.
Le fiabe col tempo si sono modificate e con l'intervento dei fratelli Grimm si sono cristallizzate, nonostante questo, il loro connotato cruento è rimasto profondamente inciso nelle loro trame.
Una tra le fiabe più famose è quella di cappuccetto rosso.


In questa storia si cerca di avvertire le giovani donne, arrivate al menarca (simboleggiato dal mantello rosso), di non dare confidenza agli estranei, così come era reso evidente nella prima versione della fiaba, narrata da Perrault, il quale specificava che " le giovanette carine [...] fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti".
Comunque, anche senza allontanarsi troppo dalla versione fornita dai Grimm, si vede sangue in abbondanza, con un lupo che mangia la nonna, la bimba e a cui viene squarciata la pancia. Tarantino non saprebbe fare di meglio.

Ma perché, vi starete chiedendo da un po', parlo di cappuccetto rosso?
The path, gioco di cui avevo accennato nel precedente post, riprende questa favola e la pone al centro della propria storia, ma ha creato grande scandalo in tutti quelli che ne hanno sentito parlare, perché, dicono, appoggia e sostiene lo stupro e la violenza sulle ragazze.

Ora, partiamo dal presupposto che parlare di qualcosa, non vuol dire appoggiarlo (così come Orwell non credo che appoggiasse regimi totalitari scrivendone nei suoi libri) e ricordiamo, prima di continuare, quello che diceva Frafrà all'inizio del post, non esistono fiabe non cruente, e il materiale di base, come abbiamo visto, già parla, seppur in maniera simbolica, di questo argomento. Perché stupirsi quindi se questi argomenti si ritrovano in questo gioco?
Beh, sono americani.


Il mio intento qui, però, è quello di vedere il gioco insieme a voi e provare ad analizzarlo, fornendo le mie interpretazioni.
Le protagoniste sono sei ragazze, che vanno dagli otto ai venti anni circa. Il gioco ci mette alla guida di una di loro per volta e l'obiettivo è chiaro, seguire la strada, arrivare a casa della nonna.
La strada (del nome del titolo) è lunga e diritta, non si può mancare. Se la si percorre senza deviare e si arriva direttamente a destinazione, si avrà la schermata del Game Over.Perché qui sta il gioco. Bisogna allontanarsi dalla strada e addentrarsi nella foresta apparentemente infinita che c'è intorno e solo trovato il lupo si tornerà a casa della nonna.

(il bosco è buio, apparentemente infinito e sicuramente c'è il lupo... cosa stiamo aspettando!)

I comandi sono semplici e accessibili anche a chi non ha pratica col mondo dei videogiochi, le frecce servono a muoversi, il mouse per guardarsi intorno, per interagire con il mondo non si deve toccare nulla per qualche secondo.
Nel bosco, oltre al lupo ci sono anche oggetti che hanno un significato per la ragazze e che sbloccano delle stanze nella casa della nonna, quindi un motivo in più per esplorare c'è.

La prossima volta, salvo imprevisti, cominceremo con Robin, la più piccola delle sorelle, e vedremo quale sarà il suo Lupo...

6 commenti:

  1. Pure tu con cappuccetto rosso???
    Io mi sono fatta una cultura al riguardo. Ti propongo questo, questo e anche questo

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  2. Avevo letto il tuo post, e mi ero ripromesso di inserire un rimando nel mio, anche perché proprio la lettura del tuo post mi aveva convinto a continuare in questo specie di viaggio nel mondo dei video giochi e di cappuccetto rosso.
    Fortuna che hai messo tu il link che io m'ero scordato poi...
    :-D

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  3. Ho cercato di superare la citazione kafkiana e di andare avanti nella lettura...

    Ripeto che di videogame non capisco nulla, ma per quanto riguarda le fiabe per bambini sono un mondo davvero particolare nel campo della letteratura, e spesso ignorato, sono contenta che in un qualche modo ci dedichi del tempo.
    Poi le interpretazioni freudiane delle fiabe mi lasciano sempre un po' sconvolta...

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  4. Mi viene subito da pensare a "Il mondo incantato" di Bettelheim. Mi ha aperto un mondo quel libro: le interpretazioni della psicoanalisi applicate alle fiabe sono tenebrose ed estremamente affascinanti.
    Credo proprio che mi piacerà la scoperta di questo videogame e dei lupi che lo abitano... :)

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  5. @ Clode: la citazione di Kafka è stata uno stratagemma dialettico, per l'esattezza Schopenauer lo cataloga nel suo L'arte di ottenere ragione come "ad auctoritatem" per cui si afferma che un argomento sia valido perché sostenuto da una qualsiasi autorità (intellettuale, politica, giudiziaria ecc). (Vedi? Vedi? Lo sto facendo di nuovo con Schopenauer! Sono incorreggibile...).
    Comunque a parte la digressione, la citazione la trovavo parecchio appropriata, per questo l'avevo messa. Intendiamoci, Kafka non m'entusiasma manco a me. :-D

    @ Ross: io avevo letto Morfologia della fiaba di Propp, e anche se faceva un'analisi più ad ampio spettro sulle fiabe in generale, l'ho trovato interessante. Quasi, quasi mi cerco anche questo libro che hai citato tu...

    Bene.
    Ora, visto che ci siamo tutti, credo che mi metterò a preparare il prossimo post. Le immagini ci sono già, basta solo dargli un'organizzata. Rimanete sintonizzati quindi! :-D

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  6. Labbors18:02

    Hai dimenticato di inserire il link?!?

    Cattivo, Mario, Cattivo!

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