15 luglio 2010

The Path: Ginger

Siamo arrivati a Ginger, la terza sorella, dal blog degli sviluppatori:
La foresta è un posto meraviglioso per trovare delle avventure! E un modo molto più divertente per raggiungere la casa della nonna. Ginger non è tipa da stare sulla strada. Correre nei campi, arrampicarsi su vecchi alberi nodosi, giocare con vecchi giochi abbandonati, collezionare ciottoli e stuzzicare le cose con dei bastoni. L'idea di crescere non l'attrae molto. Chi vorrebbe rinunciare alla propria infanzia?Lei è un fiore appena colto dal campo, a suo modo. Molto indipendente - una tipa solitaria, a dirla tutta - a completamente assorbita nel gioco che lei pensa essere la vita. Sboccerà prima di seccarsi? Imparerà mai? Dovrebbe?

Prima di poter parlare di Ginger vi devo accennare ad un elemento del gioco di cui ancora non vi avevo parlato: la ragazza in bianco.

All'interno del bosco si aggira una ragazza vestita di bianco, si intuisce sempre qual è la sua posizione grazie a dei ghirigori bianchi sullo schermo che ne indicano la direzione. Si aggira intorno a degli oggetti che possono essere di interesse per le ragazze, e, se si rimane fermi abbastanza a lungo, lei verrà a prendere la protagonista e la riaccompagnerà per mano verso la strada.

(sullo sfondo si intravede il palloncino di Robin)

All'interno del bosco è un'entità neutra, se non buona.

Tornando a Ginger, da come si veste, da quello che fa e dice si vede che lei è la tipica ragazza "maschiaccio" (i creatori hanno ammesso di essersi ispirati a Matilda, la bambina del film Leòn).
E' sempre molto allegra e piena di voglia di giocare, ma come al solito quello che dice ci apre degli spiragli sulla personalità più segreta di Ginger.

Una volta dice: "Se resto immobile e qualcuno si avvicina da dietro lo sento. Posso chiaramente sentirlo. Nessuno può fregarmi!", poi, salendo in una torre di legno del parco giochi dice: "Posso vedere tutto da qui e nessuno può vedere me."; poi raccogliendo dei fiori nella radura dove incontra il lupo dirà ancora: "Se mi sbarazzo dei fiori, nessuno potrà nascondersi più qui. Il mio terzo occhio vedrà da molto lontano."

Molto particolare anche quello che dice mentre è stesa all'interno di un cerchio di alberi:
("Piume, fiori e bastoni nella fossa. Puoi prendere la mia pelle, ma non arriverai mai alle mie ossa")

IL LUPO
Il lupo di Ginger si ritrova in una piccola radura dove crescono papaveri e grano, lungo la radura ci sono alcuni pali della corrente, sui fili ci sono dei corvi. In mezzo alla radura c'è uno spaventapasseri senza testa.


In questa radura si aggira una ragazza vestita di rosso, praticamente identica a quella vestita di bianco. Ridacchia, appare e scompare, lasciando dietro di sé una scia di farfalle. A tratti gioca con Ginger, facendo battere le mani, e coprendole gli occhi da dietro, a tratti sembra rassicurarla, abbracciandola, prima di scomparire e riapparire da un'altra parte con una risatina.


Lasciando che Ginger interagisca con lei, la ragazza in rosso prima le coprirà gli occhi, poi si farà rincorrere per il campo, aspettando Ginger quando rimane indietro e mettendosi di nuovo a correre quando la sta per raggiungere. Infine la ragazza in rosso si butta a terra e invita Ginger a stendersi lì accanto, lei lo fa e segue la solita dissolvenza che ci porta di fronte alla casa della nonna.

LA CASA DELLA NONNA
Due cose saltano subito all'occhio appena entrati: le stanze sono attraversate da fili neri (capelli?) e le porte e in alcuni punti anche il pavimento è fatto di rete metallica:


Salite le scale, si passa a fianco ad una sala col pavimento di rete e piene fili neri in cui una sedia a dondolo appare e scompare da una parte all'altra.Si entra poi in una stanza in cui ci sono affiancati due letti gemelli, uno bianco e uno rosso. A mano a mano che ci si avvicina si diventa sempre più piccoli, fino a passare al di sotto di essi.
Sotto il letto bianco si intravede un uccellino morto, sembra un pettirosso (che poi a pensarci pettirosso in inglese si dice proprio Robin, chissà se c'entra questo adesso...), sotto il letto rosso c'è lo spaventapasseri circondato da soldatini rossi.Superati i letti si passa accanto allo scheletro di un dinosauro e si va verso il saliscendi del parco giochi.

Nella stanza ormai diventata enorme e con la tappezzeria che vortica noi ci dirigiamo verso una porta piccolissima che da su un corridoio. Sulla destra ci sono delle veneziane, attraverso le quali si intravede già la stanza finale.
Dopo un altro corridoio si arriva infine nella stanza di Ginger:


Non c'è letto, per terra, sopra il pavimento di rete metallica corre del filo spinato, nell'aria ci sono piume di corvo che volteggiano. Sulla pareti, fatte anch'esse di rete, sono attaccati dei teli con diversi motivi. Si intravede appena quello che c'è oltre le pareti e sembra che il pavimento continui ancora a lungo prima di perdersi nell'oscurità...

LA MIA IDEA
Ginger sembra spaventata da quello che non può controllare, anche se con atteggiamento giocoso si capisce che vuole avere sempre sotto controllo le cose e le persone, così che niente possa prenderla di sorpresa.
Ma qualcuno in grado di sfuggirle c'è, ed è la ragazza in rosso. Lei riesce ad apparire e scomparire, e Ginger quasi con rabbia vorrebbe strappare tutti i fiori per poter vedere tutto. Eppure gioca lo stesso con la ragazza in rosso.

La mia idea è che il lupo di Ginger rappresenti un primo amore, una relazione non giusta, in cui lei è sempre costretta a rincorrere la persona amata, la quale si nasconde dietro i fiori (dei regali) e scompare. Il suo desiderio di scoprire cosa si cela dietro tutte le bugie si vede anche dalle porte e dai pavimenti fatti di rete, dietro i quali non si può nascondere nulla. Tutto sembra sempre ad un passo dall'essere visto e toccato (come nella scena in cui si intravede la stanza da letto o quello in cui si intravede in una bacheca una piccola copia dell'albero su cui si arrampica) eppure tutto è comunque distante.
Nella sua stanza, Ginger scopre finalmente che non c'è riposo nella verità. Manca il letto, simbolo dell'unione e dell'amore. Al suo posto c'è filo spinato, sintomo di un legame morboso e doloroso a cui non si riesce a sfuggire e le piume di uccelli che non si vedono.

(Uno dei fotogrammi finali)

E dietro i paraventi, oltre la stanza, il nulla. Solo buio dietro la facciata di dolore.

I due letti nella stanza forse rappresentano la loro storia. Sotto il primo si vede la morte di Robin (cosa che spiegherebbe il pettirosso), accanto invece si vede lo spaventapasseri cacciato dai soldati, un elemento reale che esprime un luogo e un elemento di fantasia che esprime il momento, forse è il luogo dove si sono incontrate, la radura, mentre lei ancora giocava. L'ultimo momento di infanzia, in cui i giochi diventano pericolosamente reali.
Il sali-scendi del parco giochi che simboleggia anche la loro relazione, in cui ci sarà sempre disparità, e poi la solitudine di una stanza sempre più grande.

E ora i video (attenzione all'audio che è un po' sfasato):


(per il fallimento)

(per il successo)

5 commenti:

  1. Volevo riportare anche una variante a questa ricostruzione che sembra parecchio accreditata, ed è che la ragazza in rosso simboleggi il menarca, e che lei, ragazzaccio, non accetti di dover smettere di giocare, e cominciare ad essere una donna.

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  2. Questo personaggio mi sembra più lineare del precedente e anche più infantile di Robin, forse per questo l'interpretazione che hai aggiunto qui sopra mi convince di più.

    Se il lupo rappresenta uno scontro con la realtà, e quindi anche una svolta di crescita, Ginger lotta con quella parte di lei che inevitabilmente le appartiene ma la fa soffrire.

    La casa della nonna è particolare perchè si intravede già qualcosa oltre le porte o le pareti ed anche in questo concordo con te perchè si rispecchia quella curiosità che caratterizza la ragazza.

    Restano altre cose un pò confuse, almeno per me, come la presenza dei capelli, lo scheletro di un dinosauro...

    ..ma io resto sempre più perplessa dal fatto che non solo non c'è il cacciatore ma neanche il cestino con il cibo da portare alla nonna! Questi sono elementi indispensabili, come si fa ad ometterli? Bah!

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  3. Ecco... il cestino c'è, è una parte del gioco su cui non m'ero soffermato molto. Ogni ragazza mette quello che trova in un cestino unico. Partono tutte con un po' di pane e del vino e per la strada raccolgono quello che trovano, lasciando qualche commento.
    Ogni tanto questi oggetti hanno una tale rilevanza per loro che sbloccano un "ricordo" di una stanza nella casa della nonna.
    Quindi il cestino è il loro bagaglio di oggetti e ricordi che si portano appresso. Indubbiamente c'è.

    Per quanto riguarda l'assenza della figura del cacciatore (finora...) è perché nella storia originale di cappuccetto rosso, il cacciatore non c'era.
    La storia serviva a spaventare le bambine dai pericoli della vita. Il cacciatore è un'aggiunta successiva (a volte si presenta anche come un boscaiolo in alcune varianti della favola).

    Il punto è che la storia qui gira intorno alle ragazze, e ai loro lupi.
    Nessun cacciatore potrebbe salvare queste ragazze dai loro lupi...

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  4. Bene almeno c'è il cestino..non con la torta ma col..vino (nonna 'mbriaca)

    Per quanto riguarda il cacciatore non avevo fatto caso che è un elemento aggiunto in alcune versioni postume all'originale..in effetti Cappuccetto Rosso era una di quelle fiabe che non aveva un lieto fine.

    Hai scritto anche che il cacciatore non è comparso aggiungendo un finora..
    allora ci sarà? :P

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  5. Labbors10:55

    Io sinceramente, questa aspetto di ribellione nei confronti del lupo menarca (di quale nazione poi?) non riesco a vederla.

    Forse c'è la simbologia dell'immaturità giovanile, laddove, anche se ci si vuol ribellare a questo menarca tiranno, non si ha in mente il nuovo ordine da costituire.

    No?

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