30 ottobre 2011

Le avventure di Tintin - una recensione

Qual è, vi chiedo, il film con un'ottima fotografia, dialoghi divertenti, un mistero da svelare, un'ambientazione anni '40, battaglie navali migliori di quelle viste ne I pirati dei Caraibi e un simpaticissimo fox terrier bianco?


Come avrete intuito, il mio giudizio su Le avventure di Tintin - il segreto dell'Unicorno (il nome "Liocorno" era soltanto un errore di traduzione dei primi trailer) è parecchio cambiato da ieri. Apparentemente Stephen Spielberg e Peter Jackson sono riusciti nell'opera.


La trama, leggermente diversa dal fumetto da cui trae origine, narra di Tintin, un giovane giornalista belga, che compra in una bancarella di robivecchi una splendida miniatura di un veliero: l'Unicorno.
Appena acquistata, viene avvicinato da un uomo misterioso, che gli consiglia di liberarsi della nave, perché qualcuno senza scrupoli (adoro quando ci sono "persone senza scrupoli" in questi film) ha intenzione di prenderla.
Inutile dirlo, un perfido Ivan Ivanovitch Sakharine (dotato persino di una splendida Barba del male) si presenta affabilmente a Tintin con l'intenzione di comprare a qualunque prezzo la nave.
Tintin, da bravo giornalista, è più interessato a scoprire il mistero che circonda il modellino che prendere i soldi, e per questo rifiuterà l'offerta.
Questo porterà lui e il suo cane Milù in un mare di avventure.

Il film è realizzato al computer su performance di attori veri. I personaggi sono allo stesso tempo realistici, ma fumettosi (i nasi sono la parte del corpo più caricaturale), il risultato è comunque piacevole e divertente, e non inquietante e irreale.


Il 3d è ben integrato, e non ci sono lunghe e inutili scene dedicate solo a far vedere quanto sono stati bravi a fare il film in tre dimensioni (e mi riferisco a te, Christmas Carol in 3d), quindi è perfettamente godibile anche senza usare occhiali di plastica e spendere di più (se vi è possibile, comunque, questo è uno dei pochi film in 3d che veramente merita).

La fotografia nel film è eccellente. Gli scorci delle città, l'uso delle luci, i tagli delle inquadrature. In questo film si vede che c'è stata una direzione attenta degli artisti della grafica computerizzata.


Tintin, per quanto giovane, è un personaggio credibile (se non altro perché hanno ridotto la sua couperose nel film). E' dinamico e pieno di energie: è un vero eroe d'azione, che non esita a prendere in mano una pistola e ad usarla (ma se volete portare i vostri figli piccoli non vi preoccupate, la violenza è al minimo e non c'è sangue sullo schermo), ma è anche intelligente e pieno di curiosità.
E se in alcuni momenti sembra essere poco più che un adolescente, in altri sembra andare, in maniera più credibile, per i venti, venticinque anni.
Il ciuffo è stato, inoltre, leggermente sistemato, così che adesso somiglia molto di più ad una versione rossa di me quando mi sveglio, che ad Alfa Alfa delle Piccole canaglie.


Milù è un cane meraviglioso, e per fortuna hanno dedicato a lui alcune scene divertentissime.
Non gli hanno attribuito molti comportamenti umani, ma come cane è decisamente all'altezza del suo padrone. Un vero compagno d'avventura.

La storia è avvincente, i personaggi interessanti e il ritmo è ben misurato, tanto da tenere avvinto, ma senza affaticare.
L'azione è ben congegnata, e ci sono almeno un paio di scene abbastanza lunghe che vi sorprenderanno per l'assurdità e l'ingegnosità con cui sono eseguite.
Il film attinge alla sua logica da fumetto a piene mani e senza vergogna, rendendolo il punto forte di molti sketch comici, ma riesce a rimanere coerente e sensato nella trama principale.

Insomma, nonostante (o forse proprio a causa di) le mie paure, questo si è rivelato un ottimo film da consigliare a tutti.
Promosso a pieni voti.
E se ancora avete dubbi, andate a vederlo.

28 ottobre 2011

Il ponte sullo stretto e l'ironia

Da Wikipedia:
Nel 2007 il Governo Prodi era in procinto di ritirare l'appalto e annullare il contratto con la Impregilo, pur esponendosi al pagamento di una penale di oltre 500 milioni di euro, ma l'allora Ministro dei Trasporti Antonio Di Pietro, insieme all'opposizione di centrodestra, si oppose al proposito procedendo poi ad accorpare la Società Stretto di Messina all'ANAS, riducendo il numero dei suoi dipendenti. Spiegò il Ministro Di Pietro, che la mossa aveva evitato il pagamento delle penali alle società appaltanti per la mancata esecuzione dei lavori; tali penali si sarebbero dovute pagare qualora la Società Stretto di Messina avesse chiuso prima della realizzazione del ponte. Venne inoltre evitata la perdita di decenni di studi e progetti e la risoluzione dei contratti d'appalto rimasti invece tuttora validi.
Giorno 27 ottobre 2011, da La Stampa.it:
Niente più finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina: è l'impegno che il governo deve assumere in seguito all'approvazione di una mozione dell'Idv sul trasporto pubblico locale da parte dell'Aula della Camera su cui l'esecutivo aveva espresso parere favorevole.

La mozione, discussa insieme ad altre riguardanti la stessa materia, impegna il governo alla soppressione dei finanziamenti che il governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l'esecuzione - a partire dal 2012- di aumenti di capitale della società Stretto di Messina s.p.a.

Ah.
L'ironia.

EDIT: Si dice che in verità il ponte si faccia comunque. L'ironia rimane comunque.

Tintin - pre recensione

Non mi è mai piaciuto molto Tintin.
Ho sempre pensato che i suoi capelli fossero stupidi e lui fosse un saccente.

(Quel ciuffo stupido è lo stesso motivo per cui odio Alfa Alfa delle Piccole Canaglie)
E anche il cane non mi era particolarmente simpatico, a dirla tutta.
La faccia tonda e il vestito da adulto si sposano male. Sembra Charlie Brown, vestito con un trench e in piedi sui trampoli. Gli adulti non hanno la faccia tonda. E non hanno le guance rosse, a meno che non soffrano di couperose. Lo sanno tutti.
E poi parlando di cani intelligenti (anche volendo tralasciare il magnifico Snoopy) c'è Gromit di Wallace e Gromit.
Guardatelo:


Non si capisce già quanto è simpatico e intelligente?
Ma il film che andrò a vedere sabato non è su Wallace e Gromit, ma su Tintin.
Le avventure di Tintin: il segreto dell'Unicorno.

Varrà la pena?

EDIT: .

16 ottobre 2011

I tre moschettieri - Recensione

Che Dumas fosse un romaziere e non uno storico credo sia chiaro. Quando scrisse I tre moschettieri lo fece a puntate su una rivista. Come dire un telefilm dei nostri tempi.
Fece lo stesso con Il conte di Montecristo, tant'è che l'intera parte che si svolge in Italia di quel libro è stata scritta solo per accontentare il pubblico.
Dimentichiamoci quindi della storia dei tre moschettieri come trama intoccabile e vediamo se questo ennesimo remake ha qualcosa di interessante di suo per distinguersi dagli altri.


Battaglie su navi volanti con lancia fiamme e cannoni a ripetizione?
Questo... è indubbiamente qualcosa.

A differenza di quello che è successo con Drive, qui l'azione è solida e ben curata, e il trailer non mente sulla qualità del film.
Le scene di combattimento sono ben fatte e, una volta tanto, si capisce anche in quei momenti chi sono i nostri e chi sono i loro, non come in altri film, dove, per fare credere che ci sia molto movimento, a ballare è la telecamera (sto guardando te, Batman Begins).

(E' uscito mosso anche il poster, vorrà dire qualcosa?)
La comicità ha alti e bassi, con il re e un aiutante dei moschettieri a fare da spalla comica per le situazioni più calme. Fortunatamente il film non si prende praticamente mai sul serio e come c'è da aspettarsi il vero divertimento viene dall'azione stessa.

I colori sono vivaci e i toni farseschi.
Tutto è leggero come dovrebbe essere.
Non sarà il film dell'anno ma è di sicuro un buon modo per passare allegramente una serata.
E Dumas non se la prenda... 

14 ottobre 2011

Massacriamo Dumas

Domani vado a vedermi la nuova versione dei Tre Moschettieri di Dumas.


Il materiale originale non è che mi fosse mai piaciuto particolarmente (motivo per cui non ho mai letto il libro). L'idea che mi ha sempre dato è che è un'interpretazione romanzata di una storia vera, al fine di intrattenere il pubblico. C'è il Cardinale cattivo (non dissimile dal classico Visir cattivo di ogni fiaba orientale, o dal Consigliere cattivo di ovunque), una donna doppiogiochista  e intrighi politici che vengono risolti in punta di spada e con battute (più o meno) argute.

In questo film ci sarà un Cardinale cattivo, una donna doppiogiochista e intrighi politici che verranno risolti in punta di spada (e lanciafiamme) con battute più o meno argute. In più non ci sarà alcuna credibilità storica e riferimenti a fatti, cose persone e luoghi realmenti esistenti saranno completamente casuali.
Questo inficerà il piacere che potrà darmi il film (probabilmente no)?
Gli eccessi da cinema Ollivudiano saranno divertenti o stancanti?
Quando è uscito il libro, c'è stato qualcuno che ha detto: "Che cose assurde queste lotte con le spade dei Moschettieri! Le tipiche esagerazioni, e poi non è andata affatto così la storia!"?
Insomma, il mio obiettivo è divertirmi con un film d'azione piuttosto stupido e magari vedere Milla Jovovich nel ruolo di Milady De Winter in corsetto settecentesco.

(in foto: esca per il pubblico maschile)
Sarò accontentato?
Lo saprete presto.

09 ottobre 2011

Drive - recensione

Ho visto Drive.
Avrei fatto meglio a vedere i Puffi.

Va bene... proviamo ad elaborare un po'.
Questo è il trailer:

Vi sembra un buon film, vero?
Non lo è. E' un pessimo film. E' terribilmente lento, tutti i dialoghi potevano stare su un foglio e nessuno di questi è memorabile. La storia e gli eventi del film sono raccolti già nel trailer che avete appena visto e tutto il tempo restante sono noiosissime inquadrature fisse.
Uno pensa, ma se si chiama Drive, ci sarà almeno qualche inseguimento, no? Sembra un film d'azione!
Tutte le scene in macchina sono sostanzialmente raccolte nel trailer. Tutte.
Che film di mer

02 ottobre 2011

L'alba del pianeta delle scimmie - recensione

Ieri ho visto L'alba del pianeta delle scimmie, e sebbene abbia qualche elemento interessante non mi sento di consigliarlo vivamente.
Questa recensione probabilmente conterrà spoiler su questo film e forse anche sull'originale film Il pianeta delle scimmie del 1968 (che invece vi consiglio vivamente di vedere)

Vediamo brevemente la storia: Will Rodman è uno scienziato che cerca di trovare una cura per l'Alzheimer che afflige suo padre. Durante le sue sperimentazioni su un gruppo di scimmie, riesce a creare un virus che rende le scimmie enormemente più intelligenti. Tuttavia un incidente durante la riunione che doveva garantire il finanziamento alla ricerca porta all'azzeramento del progetto.
Will riesce a salvare una scimmia dal gruppo, Cesare, che dimostra in breve doti di intelligenza superiori.
Di qui, una serie di eventi porterà alla rivoluzione delle scimmie.


Parliamo innanzitutto dei suoi principali problemi:
Come si capisce già da questo trailer, la trama ruota intorno al classico clichè della scienza come foriera di sventure, per l'esatezza ricade in almeno tre sotto clichè: a) Per la scienza! b) La scienza è male c) L'ingegneria genetica è la nuova bomba atomica.
Questa è la base stessa del film, sebbene arrivi solo raramente in primo piano.
Cercare di far progredire la scienza è male, indiscriminatamente, indipendentemente dall'obbiettivo o dai risultati. Non importa che la ragazza di Will abbia sotto gli occhi gli effetti di questa malattia e la miracolosa portata della cura: il padre di Will per cinque anni torna ad essere nelle sue piene capacità e Cesare dimostra in maniera lampante un'intelligenza superiore.
La scienza è male: ci sono cose che non devono essere toccate, e chi lo fa non può che portare sventura sull'intera umanità per colpa della sua hýbris.
Retrospettivamente la parte stupida è che la ragazza di Will, veterinaria allo zoo e amante degli animali, sia più scioccata dall'obbiettivo che Will e la sua compagnia vogliono ottenere, anziché dagli esperimenti che conducono su cavie vive, sugli scimpanzè che lei dice di amare, tenendoli chiusi in gabbie, e sottoponendoli ad ogni tipo di test. Quindi curare l'alzheimer e altre malattie degenerative: male; fare esperimenti su scimpanzè: bene. Doh?

(La scienza è male perché è male, in foto: una tautologia)

L'originario Pianeta delle scimmie ruotava invece intorno al concetto esattamente opposto.
Un gruppo di uomini finiti con un'astronave su un pianeta alieno veniva catturato dalle scimmie, unici esseri superiori sul pianeta, dominate da un clero con visioni oscurantiste sulla scienza.
L'assurdità dei dogmi diffusi dal clero e la crudeltà nel difenderli era resa tanto più chiara dal contrasto con l'estremo avanzamento del protagonista umano che aveva come unico mezzo di salvezza quello di dimostrare di non essere di essere di quel mondo e di esserci arrivato viaggiando nello spazio.

(l'oscurantismo non ha mai ucciso nessuno. O forse sì?)

Quindi, da un lato, nel film nuovo abbiamo la volontà di curare una malattia, attraverso l'ingegneria genetica, che è vista aprioristicamente come male; dall'altro, nel film vecchio abbiamo una visione nuova ed estranea sul rifiuto dogmatico della scienza, un perfetto parallelismo con l'attualità.
Sia il concetto che il modo di illustrarlo sono grandemente migliori nel film originale, non c'è che dire.


Tra gli elementi positivi, invece, includerei un ragionamento che, seppure non presente nel film, è da esso scaturito.
Qual è la differenza tra intelligenza, educazione e istinto?
Il film sembra ondeggiare in queste definizioni, facendo di volta in volta perno su uno dei concetti per far progredire la trama.
Cesare, lo scimpanzè, è intelligente perché riesce a risolvere problemi logici, gli viene insegnato a parlare la lingua dei segni ed è istintivamente in grado di esprimere i propri sentimenti e raggiungere concetti astratti.
Cosa fa esattamente la medicina sperimentale che gli viene somministrata? Quale di questi tipi di intelligenza viene effettivamente sviluppato e in che modo?
E poi, in che modo si può effettivamente valutare l'intelletto di un individuo?
E' il modo in cui impara le cose?
E' la sua capacità di astrarre concetti da quello che possiede?
Oppure è la coscienza di sé?
E in che ordine questi elementi sono necessari per poter creare un essere "Sapiens"?

E da questo punto si potrebbe partire per discussioni di gran lunga più interessanti del film tutto sommato mediocre che è stato creato.