14 giugno 2012

Il test di Bechdel

Il test di Bechdel, ideato dall'omonima autrice di fumetti dedicati al mondo lesbico, sono dei requisiti che servono a valutare (secondo l'ottica del personaggio che li presentava nel fumetto) se un film valeva la pena di essere visto o meno.
I requisiti sono:
1. Devono esserci almeno due donne;
2. Le due donne devono comunicare tra loro;
3. A proposito di qualcosa che non sia un uomo.
Un ulteriore requisito che si è aggiunto in seguito è che le donne abbiano un nome.

(dal fumetto originale)

In apparenza questi requisiti sembrano abbastanza facili da soddisfare, tuttavia si può vedere (http://bechdeltest.com/) che sono molti i film in cui queste semplici regole non vengono minimamente rispettate: L'uomo d'acciaio, I pirati dei Caraibi, Men in black, X-men, Big fish, Fight Club, Intervista col vampiro, Hugo, Midnight in Paris, Molto forte, incredibilmente vicino, Toy story, Shrek, Up e tanti altri.
(Woody sta sottolineando il fallocentrismo della tuta di Buzz)
Il problema di questo test, come forse qualcuno avrà già capito, è che dimostra troppo.
In teoria serve ad evidenziare come il sesso femminile venga mal rappresentato o addirittura ignorato nei film, di fatto questo strumento fa perdere la visione di insieme del problema.
Un film potrebbe benissimo passare questo test ed essere estremamente misogino e sciovinista, mentre film che trattano in maniera interessante la posizione della donna potrebbero fallirlo, considerando soprattutto la terza regola (non devono parlare di un uomo), dato che potrebbe anche riguardare figli, fratelli o padri delle donne e non il ragazzo cui anelano.
Non solo, questo test non prende neanche in considerazione gli argomenti trattati, o la qualità del film.
Il problema del test deriva dal fatto che è stata tratta fuori dal contesto una battuta e questa è stata poi applicata meccanicamente ad ogni film, per giustificare un punto di vista.
(dove ogni film ha a che fare con un pene)
Il problema dei film, d'altro canto, è che effettivamente in molti casi si è scelto di adottare esclusivamente un punto di vista maschile, nonostante non ci fosse alcuna ragione per fare altrimenti.
In questo senso una domanda più utile ed interessante da porsi sarebbe: cambiando il sesso dei protagonisti, questa storia avrebbe ancora senso?
Questa domanda, pur ignorando la qualità dei film, o la loro trama, sottolinea il fatto che di preferenza si scelgono protagonisti maschili per raccontare storie, evidenziando meglio il problema che il test originario sollevava.

In proposito devo ammettere di non aver mai avvertito questo problema, e non dico che un film in cui i personaggi siano prevalentemente femminili sia di per sè migliore, ma sarebbe sicuramente diverso, e potrebbe fare contente tutte quelle persone che trovano difficoltà ad immedesimarsi nell'altro sesso.
(un film per fare contenti tutti)
Come sarebbe ad esempio Up della disney se i protagonisti fossero stati una vecchia e una bambina?
Come sarebbe Women in black?
E Hugo al femminile come fa?
Di una cosa sono sicuro: intervista con la vampira suona male...

17 commenti:

  1. Labbors09:45

    La polemica, che le prese di posizione fini a sé stesse generano, è lei stessa fine a sé stessa.

    Il vero dramma è la semplicità di questi pseudo-test (partoriti da cervelli sempliciotti - non a caso fa rima con "pasticciotti", ossia molto buoni da mangiare, gustosi, golosi, ma che fanno molto male alla salute, soprattutto ad un diabetico).

    Non mi capacito proprio come una mente umana possa essere involuta a tal punto da non capire che semplicità di pensiero è una cosa completamente diversa da superficialità di pensiero e, soprattutto, superficialità nel trarre conclusioni altrettanto superficiali.

    Apprezzo come tu, caro, lo abbia dimostrato con semplici ma profondi passaggi, smontando queste sedicenti prese di posizione denuncianti, a loro dire, una assenza di parità e che in realtà altro non sono altro che facilonerie, che non tengono conto dei molteplici aspetti della vita, della società, della storia.

    Un po' come l'orgoglio etero: si, famo una festa... che c'avremo da festeggia'...

    Il vero dramma è come un'idea, la stessa idea, espressa con parole e frasi diverse ("pisciare", "cambiare l'acqua", "mingere", "innaffiatura urbana" etc.) e, ancora peggio, da persone diverse (George Clooney, io, Bush, il mio collega, Raoul Bova, Churchill, Mazumoto, Kublai Kan) ha tutt'altro appeal su ognuno di noi.

    Cosa cambia?

    Un sacco di roba!

    Ed è per questo che i film che vedo mi piacciono, se mi piacciono, così come sono.

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    1. Anche io non ho mai avvertito l'esigenza di cambiare i film, ma riconosco di fare parte della categoria "avvantaggiata" dalla situazione.

      Ero curioso di sapere se questo è un problema indotto o reale, e se è reale, come risolverlo.

      Se è un problema indotto, ossia un problema creato per giustificare una mal riposta idea di femminismo e di parità di sessi, allora si può saltare tutto il discorso.
      Però se è un problema reale, una diffcoltà per le donne ad immedesimarsi nei protagonisti dei film, allora la faccenda è più rilevante.

      Perché è vero che questo è un problema che non mi riguarda direttamente, ma è anche vero che posso fare qualcosa per aiutare a evidenziarlo e forse risolverlo.

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  2. Ricordo un tuo post in cui parlavi di un MEME: “pensare a due personaggi, uno del cinema e uno della letteratura, dei quali mi potrei innamorare"; nel post ti lamentavi di come non ci fosse una donna cui fosse riservato abbastanza spessore per potersene innamorare. E se il problema c’è, l’avevi centrato con questa tua preoccupazione: distorsione più che discriminazione. Spessissimo le donne sono bellissime, ben vestite, parlano di smalti (Sex and the city, Woman) sono sensualissime zoccole (C'era una volta in America, Pirati dei Caraibi, Underground); altre volte sono figure sfuggenti, misteriose, ermetiche (Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta in America).Film senza (o con poche) donne che parlano di donne o che le valorizzano sinceramente non ne vedo; ma non ne vedo l’utilità.
    Un film, brutto o bello, ben fatto o meno, riflette sempre la propria società. E la società è questa, donne frivole (oh sì siamo frivole), uomini che danno più importanza a una moto che alla loro donna, tradimenti come se piovessero. Non è un problema di film. E non è nemmeno un problema. Sinceramente in bei film, come per me lo sono i film di Sergio Leone, l'assenza di donne poco mi pesa. Prendiamo ad esempio proprio i film di Sergio Leone: le poche volte che c'è, la figura femminile è rispettata. E no, non vorrei mai una cowgirl, sarebbe poco credibile, e soprattutto finirebbe col diventare un sogno erotico o uno strumento del femminismo.
    Insomma no, il problema non c’è…nei film. C’è nel mondo. Se è un problema. Alla donna ammiccante piace ammiccare nel suo vestito corto e scollato, all’uomo traditore piace conquistare, alla donna vanitosa piace riempirsi la trousse e ignorare la biblioteca, all’uomo bacato piace rincretinirsi in palestra e non conoscere il buon cinema.
    Perdonami gli esempi fatti di luoghi comuni!

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    1. Concordo con te col fatto che alcuni ruoli non potrebbero essere intercambiati senza alterare profondamente il senso del film, e concordo con l'idea che molti film stanno bene come stanno, senza il bisogno di alterare forzosamente l'equilibrio uomini/donne.
      Tuttavia ci sono molti film che guadagnano dalla presenza di una donna forte invece di un uomo.
      Prendi la serie di Alien con Ripley interpretata da Sigourney Weaver. Se lo stesso ruolo fosse stato interpretato da un uomo, sarebbe stato l'ennesimo film di uomini contro alieni, invece la sua presenza altera e in maniera positiva l'equilibrio.
      Lo stesso si può dire per Il silenzio degli innocenti con Jodie Foster nel ruolo di Clarice.
      E che dire del più recente Salt in cui il ruolo di Angelina Jolie doveva all'inizio essere assegnato ad un uomo. Se così fosse stato, ci saremmo trovati di fronte all'ennesimo scialbo clone di The Bourne identity.

      Il ruolo della donna come protagonista viene spesso ingiustamente sottorappresentato.
      Questo test mi ha portato a valutare le possibilità e non i problemi.
      Il test di per sè, come ho già detto, è limitato, e non doveva (secondo me) mai essere preso tanto sul serio, ciò nonostante evidenzia un problema non da poco: la netta carenza di protagoniste femminili che valga la pena vedere.

      E quindi mi chiedo ancora, questo evidenziato dal test è un problema indotto, oppure esiste veramente, ma ci siamo così tanto dentro da non accorgecene?
      Se Jodie Foster, Sigourney Weaver e Angelina Jolie hanno dimostrato qualcosa è che ruoli tipicamente maschili, con una trama adeguata, possono essere interpretati tranquillamente da donne, rendendo il film persino migliore.

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    2. labbors17:26

      Ok.
      Mi sono innamorato di te.

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    3. Mario, adesso ho capito. E' vero quello che dici, ma come hai notato nel post del MEME, è un fenomeno che si verifica spesso anche nei libri (eccezione allucinate e allucinevole "1Q84" di Murakami, che anzi ti consiglio vivamente). E allora bisogna andare alla radice della questione; c'è un maschilismo di fondo (Dio è uomo, il Presidente della Repubblica è uomo, il papa è uomo), ne sono sicura, dal quale ancora riusciamo a scrollarci, che ci fa vedere solo nel maschio la figura libera autonoma e potente che ben riesce a esprimere il ruolo di protagonista. Allora sta all'apertura mentale dello sceneggiatore/scrittore saper dare alla donna lo stesso spessore concesso all'uomo. Io però come donna e come spettatrice di film, ti dirò, sto bene così. Poi quelle che hai citato sono anche attrici di un certo livello, e poichè per la donna si richiedono anche bellezza e fascino, è difficile che il destino abbia loro concesso anche il talento. (E se sì sono maledettamente invidiosa di loro).

      Labbors di me o di Mario? :D Se di me è solo perchè sembra strano che a una donna piacciano i Western. E poi sono femminista e frivola pure io, non credere; ti dirò di più: posseggo una decina smalti di diversi colori!

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    4. labbors09:12

      @Mario: no, direi di no. Decisamente.


      @veronica: si, direi di si. Il secondo commento ha confemato il tutto.

      Il fatto, poi, che tu sia una femministra frivola non fa che farmi innamorare sempre di più.

      Il fatto che tu possieda degli smalti (uno o centomila non fa differenza) non è un problema.

      Il fatto, però, che tu usi almeno uno di questi smalti potrebbe essere, in minima parte, un problema. Ma è un mio limite e sono oramai abituato a vedere unghie colorate di ogni tipo checché ne dica il mio senso dell'estetica.

      Io dormirò tranquillo, perché so che il mio peggior nemico veglia su di me.

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    5. ti dico solo due parole: blu metallizzato.

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    6. Secondo me non è neanche (almeno nella maggior parte dei casi) questione di "maschilismo", nel senso che di proposito si sceglie di avere dei protagonisti uomini, ma più di abitudine.
      Inoltre I grandi studi non vogliono rischiare soldi su idee o progetti nuovi e per questo motivo gli unici progetti che vengono finanziati sono o l'ennesimo riciclo di idee già visto mille volte, o sequel a non finire.

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  3. labbors12:46

    Be', se posso, contribuisco con questo link:
    http://www.studio83.info/a_volte_la_magia_funziona.html

    L'opera/saggio/manuale di scrittura è di Terry Brooks (scrittore fantasy, per chi non lo conoscesse).

    Si possono leggere le 9 (+1) regole che un buon scrittore dovrebbe seguire.

    A mio avviso, è emblematico il fatto che uno scrittore di fantasy stabilisca come prima regola:
    scrivi di quello che conosci.

    E mi sovviene anche in mente il solito fantastico Jack Nicholson in "Qualcosa è cambiato", il cui personaggio è un celebre scrittore di romanzi sentimentali, osannato dalle donne a tal punto che gli viene anche chiesto "Come fa a descrivere così bene una donna?". La risposta è di una misoginia degna dei migliori cabaret svolti nei peggiori bar statunitensi... ad ogni modo spassosissima (per un maschietto).

    Quindi:
    1. oggigiorno, la scrittura blockbuster (in ogni sua forma) per essere "blockbuster" deve seguire il mercato e ciò che viene chiesto dal mercato (e occhio che "blockbuster" non è necessariamente sinonimo di "americanata" o di "non impegnato" o altro).
    2. il mercato, se è vero che spesso viene fatto dalle azienda, è vero anche che viene fatto non di rado dalla società.
    3. il "problema" (se è un problema) è sociale.

    Ora:
    1. non è detto che uno sceneggiatore maschio sappia scrivere di donne;
    2. non è detto che uno sceneggiatore maschio che sappia scrivere di donne le rispetti veramente;
    3. se parliamo di un film blockbuster, uno sceneggiatore segue quello che in quel momento il mercato vuole (indipendentemente da chi e come ha plasmato il mercato stesso - senza escludere che il mercato si plasma da solo).

    Riassumendo: ridurre il tutto ad una questione di sesso è, guarda caso, riduttivo.

    PS: rinvio senza filippica a http://it.wikipedia.org/wiki/Matriarcato#L.27organizzazione_sociale_matriarcale.

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    1. Devo ammettere di essere totalmente d'accordo con questa linea di pensiero. Per quanto riguarda la domanda che si poneva Mario, sul cosa possiamo fare per cambiare questa situazione innegabilmente impari, due sono le cose da fare: agire nel proprio piccolo in maniera non maschilista (e per me anche una donna accondiscentente è maschilista); per chi è scrittore o regista rispettare una delle regole di Bechdel.

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  4. Mi introduco un po' a metà nella discussione...

    Che sia un'abitudine non lo toglie dall'idea del maschilismo. Ma non pensiamo al maschilismo "anni '70", è un po' più subdolo.

    Ma non ne farei una questione di quote rosa (che tra l'altro detesto).
    Ho visto un bel film ieri, "Viola di Mare" forse lì c'è una donna di cui ci si potrebbe innamorare (agli uomini l'ardua sentenza), ma forse lei non si innamorerebbe di voi...

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    1. Concordo a pieno sulle quote rosa. Non sento la necessità che venga rispettata una proporzione ferrea, ma indubbiamente un po' di varietà aiuterebbe a combattere l'attuale monotonia.
      :-)

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  5. Io sono per il "facciamo cose belle", poi chi le fa non mi interessa più di tanto. Vero è che però, per non sentire e vedere sempre le stesse cose, la strada migliore sarebbe di dar voce anche a chi in genere non ce l'ha...Ma queste sono cose che i più già sanno. Come si diceva prima il problema è accontentare un pubblico vasto e i cinepanettoni insegnano che spesso, per farlo le regole di cui sopra possono essere tranquillamente ignorate. Le regole di Mario, e molte altre (tipo quelle del buon gusto) :P

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  6. Il problema secondo me è che le bambine guardano più volentieri le Winx o Barbie, i bimbi guardano di più i film coi mostri. I ragazzi guardano più Avengers e le ragazze più Sex & the city.
    Secondo me i supereroi che spaccano tutto al femminile non avrebbero lo stesso seguito dalle donne di quanto ne abbiano gli Avengers attuali dagli uomini.
    Non so se mi spiego.

    Avalon per esempio è un bellissimo film con protagonista femminile ma ha una trama che piace di più a noi maschietti che non alle femminucce.
    http://a395.idata.over-blog.com/450x600/3/04/76/50/Asia/ba859641.jpg

    Poi è ovvio che ci sono anche ragazze a cui piacciono i film d'azione, ma essendo meno dei maschi a cui piacciono i film d'azione i registi preferiscono accontentare il pubblico maggiore.

    E Lara Croft è un mito! ;-)

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    1. Secondo me l'idea che gli uomini guardano più film d'azione e le donne più film romantici è sfalsata. Questo è quello che ci si aspetta succeda, e quello che siamo stati educati a fare, più o meno implicitamente.
      Perché imporre questo punto di vista alle bambine/bambini? Perché non proporre punti di riferimento diversi?

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    2. Allora, io sono dell'idea che il ragionamento di questo tipo sia "forzare le cose"...
      Ci sono film d'azione con personaggi femminili che non hanno tutto questo seguito dalle donne.

      Hercules e Xena... Hercules vendi un sacco di giocattoli (la spada, la balestra, i pupazzetti) ai bambini. Con Xena non ci guadagni quasi niente.
      Se fossi un produttore quale dei due film spingeresti?

      Ovvio che ci sono donne (bambine e ragazze) che amano i film d'azione, non faccio di tutta l'erba un fascio.
      Solo che i produttori sanno che sono la minima parte.

      Finché le donne continueranno a dar credito a "50 sfumature di una cazzata" punteranno su quello.

      A me personalmente non piacciono molto i film dove c'è il figo di turno che salva il mondo, ma visto che la maggior parte degli uomini va a spendere più per quei film che per altri generi usciranno sempre più film d'azione apocalittici che thriller con il protagonista sfigatello.

      :-)

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