18 giugno 2013

Star Trek - Into darkness- una recensione

Lasciate che vi dica come ci si sente a vedere Star Trek - Into darkness.

(Più riflessi di luce. ANCORA DI PIU')

Luci.
Luci ovunque.
Non posso che immaginare la discussione riguardo il titolo.

J.J. Abrams: "Non so che sottotitolo dare al nuovo film."
Aiuto regista dopo aver visto il film: "Into darkness..."
J.J.: "Perfetto..."
Aiuto regista: "Ma io stavo scher..."
J.J.: "PERFETTO..."

J.J. luci-negli-occhi Abrams deve la sua fama a Lost, e intendiamoci, le prime due stagioni sono molto ben fatte, ma chiunque abbia visto la serie fino alla fine dovrebbe impedire a tutte le persone coinvolte di tornare a lavorare.
Vogliamo per caso dimenticarci di Cloverfield? Uno dei peggiori film basati contemporaneamente su marketing virale e finta telecamera a mano?

(Sì, questo era veramente il mostro di Cloverfield, vi ho appena risparmiato due ore di vita)
Io vorrei poterlo dimenticare.

Dicevamo di Abrams. E' competente, ma non eccelso, punta più sul viral marketing, che sull'effettiva bontà del prodotto finito ed è tremendamente fissato con il cosiddetto "lens flare" ossia la rifrazione della luce sulla pellicola. Non si può dire neanche che il suo forte sia la forma sopra la sostanza, perché è chiaro che in entrambi i campi sia appena passabile.
Abrams è l'uomo a cui la Disney ha affidato il compito di rilanciare Guerre stellari.........

Parlavamo di Star Trek Into Darkness.
Cristoforo Pino prende legnosissimamente di nuovo il ruolo che fu di William Shatner, impersonando ancora una volta, esattamente come nel primo film, il "giovane ribelle che agisce con il cuore prima che con la ragione, mettendo nei guai tutti, ma che alla fine capisce l'importanza della logica".

(Chris Pine vs. Un tronco di pino - almeno il tronco non ha quell'inutile sorrisetto)
Zachary Quinto nel ruolo di Spock, impersona, anche egli in maniera piuttosto piatta, nuovamente il "vulcaniano incapace di provare sentimenti, che alla fine capisce l'importanza delle emozioni".

(Va bene che non prova emozioni, ma una recitazione tanto piatta era davvero necessaria?)
Intendiamoci, una serie che dura da decenni basandosi su alcuni stereotipi certamente non dovrebbe rivoluzionare l'intera storia (anche se è quello che è successo nel primo film con la distruzione di Vulcano), ma l'azzeramento della crescita personale dei personaggi è davvero fastidioso.
Sarebbe come se ogni nuovo film di supereroe ruotasse intorno alla "nascita" dell'eroe, ma non si spingesse oltre quel momento.
Abbiamo capito che Batman sceglie di combattere il crimine perché i suoi genitori sono stati uccisi da un criminale col primo film, non c'è bisogno di ripercorrere quella stessa strada nei sequel, eppure è proprio quello che succede qui.
Kirk si comporta in maniera estremamente avventata ed irrazionale, ma poi impara a ragionare prima di agire, viceversa Spock.
Queste dinamiche le avevamo già viste nel primo film e la goffa ripetizione di questi stereotipi annoia soltanto.

Nonostante il marketing abbia cercato di coprirlo come fosse un grande segreto, chi sia l'antagonista di questo film non dovrebbe essere una sorpresa per gli amanti della serie e non dovrebbe importare nulla a chi la serie non la conosce a fondo.
Si tratta di Khan, una versione rinnovata e modificata dell'originario nemico del film del 1979, ma sempre Khan.
L'attore, Benedict Cumberbatch, che impersona l'antagonista è l'unico a cui è concesso di mostrare un po' più di emozioni, ed è per questo anche più interessante sulla scena, oltre ad imporsi sugli altri attori col suo metro e 83 di altezza.

(Carismatico perché cattivo o cattivo perché carismatico?)
Il personaggio di Cumberbatch è un terrorista che cerca distruggere la flotta stellare dall'interno, scatenando così la caccia all'uomo da parte di Kirk e dell'Enterprise.
La trama presenta qualche doppio e triplo gioco, ormai obbligatori in ogni film d'azione holliwoodiano, ed un epilogo che sembra apposto malamente agli ultimi cinque minuti del film prima della (ovvia) sconfitta del cattivo.

Il film nel complesso è decente e presenta diversi momenti positivi, ma risulta blando e generalmente non entusiasmante, consigliato forse a chi non ama veramente la serie ed è disposto a vedere un film di fantascienza poco più che decente. Il 3d, per chi fosse interessato, rende ancora più ovvi e noiosi gli effetti di rifrazione della luce onnipresenti, per cui è consigliabile evitarlo.

J.J. naso-di-gomma Abrams è un regista sopravvalutato capace di produrre film decenti, ma non innovativi, fissato sul viral marketing e sul lens flare, più che sulla bontà della fotografia e la coerenza della trama e dei personaggi.
Uscirà un giorno a sua mano il seguito di Guerre stellari, quello non sarà un gran bel momento, ma almeno non potrà essere peggio di quello che ha fatto Lucas con i tre prequel...

3 commenti:

  1. Bentornato!
    :)

    non sono amante della saga e neanche mi interessa il genere, quindi non mi esprimo sui contenuti!
    Mi andava solo di lasciare un saluto!

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  2. Bentrovata!
    :D

    Il genere ogni tanto presenta film interessanti, il problema è trovarli!
    ;)

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