25 marzo 2007

Panico

Oggi ho avuto un lungo momento di panico. Nel mondo moderno, fatto di certezze assolute, di tempo scandito con precisione millesimale, di orologi con cronografi e diciassette quadranti, in questo mondo per un lungo momento non ho saputo che ore erano.
Colpa dell'ora legale, ma anche di una mancanza di coordinazione.

Arrivata l'ora di cena e sentendo fame ho guardato che ore erano e improvvisamente mi sono chiesto, ma l'orologio del mio computer è aggiornato all'ora legale?
Io non l'ho aggiornato.
Credo.
Forse il mio cellulare.
Ma l'ho sistemato ieri notte quando sono rientrato?
Boh. Ho bevuto un po', era tardi...
No, aspetta. Di sicuro l'orologio da polso l'ho sistemato.
Sì.
Ma l'ho mandato avanti o indietro di un'ora?
Riguardiamo il computer.
Non l'ho sistemato, quindi dovrebbe avere l'orario vecchio. Ma se si fosse aggiornato da solo?
Insomma, il mio corpo sapeva esattamente che era ora di mangiare, ma la mia testa, senza un ausilio esterno, si sentiva decisamente persa.

"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione."


(Douglas Adams – La guida galattica per gli autostoppisti – Mondadori, traduzione a cura di Laura Serra)

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