In giapponese straniero o estraneo.
Inteso in senso negativo, ovviamente.
Non sia mai che si pensi all'estraneo senza avere paura, repulsione o odio.
In fondo siamo tutti gaijin l'uno per l'altro.
Siamo circondati da una violenza trattenuta a stento, nascosta nella cortesia, nella freddezza.
Nelle parole, nei sorrisi, nei silenzi c'è tanta violenza quanto in una katana coperta di sangue.
E' questa l'idea alla base di Gaijin!, il libro scritto da Luigi Bernardi e illustrato da Onofrio Catacchio.
Sono una serie di racconti non più lunghi di una pagina, con illustrazione nella pagina a fronte, autoconclusivi.
Sfogliando il libro di volta in volta troverete la paura, l'incomprensione, la repulsione e l'odio per l'altro.
C'è l'incapacità (o la mancanza di volontà) di comprendere l'estraneo, visibile in tutte le sue sfumature dal rosa, come nel racconto "la ciclista americana", in cui il personaggio viene fermato da una turista che gli chiede delle informazioni; lui, che avrebbe l'occasione di conoscere una ragazza, quasi spaventato al pensiero si allontana; al nero del racconto "la bionda" in cui il protagonista sogna di uccidere le sue compagne di viaggio in treno solo perchè il loro chiacchiericcio insulso lo infastidisce.
Ma si sbaglierebbe a pensare che gaijin sono solo le persone che incontriamo, quelle che attraversano la nostra vita penetrando nella nostra sfera personale. Gaijin siamo noi per gli altri, e per noi stessi. Il Gaijin sente il vuoto, la mancanza di vere relazioni, è accecato dalla sua rabbia, che lo rende estraneo ed estraniato, alieno a questo mondo.
Un libro sicuramente non per palati gentili. La scrittura è cruda e diretta.
La rabbia, l'odio e la paura sono espressi in maniera forte e senza metafore, ma forse abbiamo bisogno di qualcuno che ogni tanto ci ricordi le ipocrisie della nostra vita.
Inteso in senso negativo, ovviamente.
Non sia mai che si pensi all'estraneo senza avere paura, repulsione o odio.
In fondo siamo tutti gaijin l'uno per l'altro.
Siamo circondati da una violenza trattenuta a stento, nascosta nella cortesia, nella freddezza.
Nelle parole, nei sorrisi, nei silenzi c'è tanta violenza quanto in una katana coperta di sangue.
E' questa l'idea alla base di Gaijin!, il libro scritto da Luigi Bernardi e illustrato da Onofrio Catacchio.
Sono una serie di racconti non più lunghi di una pagina, con illustrazione nella pagina a fronte, autoconclusivi.
Sfogliando il libro di volta in volta troverete la paura, l'incomprensione, la repulsione e l'odio per l'altro.
C'è l'incapacità (o la mancanza di volontà) di comprendere l'estraneo, visibile in tutte le sue sfumature dal rosa, come nel racconto "la ciclista americana", in cui il personaggio viene fermato da una turista che gli chiede delle informazioni; lui, che avrebbe l'occasione di conoscere una ragazza, quasi spaventato al pensiero si allontana; al nero del racconto "la bionda" in cui il protagonista sogna di uccidere le sue compagne di viaggio in treno solo perchè il loro chiacchiericcio insulso lo infastidisce.
Ma si sbaglierebbe a pensare che gaijin sono solo le persone che incontriamo, quelle che attraversano la nostra vita penetrando nella nostra sfera personale. Gaijin siamo noi per gli altri, e per noi stessi. Il Gaijin sente il vuoto, la mancanza di vere relazioni, è accecato dalla sua rabbia, che lo rende estraneo ed estraniato, alieno a questo mondo.
Un libro sicuramente non per palati gentili. La scrittura è cruda e diretta.
La rabbia, l'odio e la paura sono espressi in maniera forte e senza metafore, ma forse abbiamo bisogno di qualcuno che ogni tanto ci ricordi le ipocrisie della nostra vita.
Il protagonista sogna di uccidere le sue compagne di viaggio in treno solo perchè il loro chiacchiericcio insulso lo infastidisce???
RispondiEliminaCredo che questo libro mi piacerà. ;)
Un bel confronto con se stessi non fa mai male e questo è un punto di vista molto scomodo da considerare.
RispondiEliminaIo ho paura quando vedo una persona che "fuori" è diversa da me. Anche se mi sforzo a non pensare male, l'istinto è più forte della razionalità.
C'è da riflettere sul perchè
RispondiEliminaconsideriamo l'altro un Gaijin e non una persona. ( Sarà anche estranea ma non per questo ostile...
..o si? O.o' )
Grazie della segnalazione.
Cara Ross, è la stessa cosa che ho pensato anche io mentre lo leggevo in treno....
RispondiEliminaCome dicevo, Veronica, il confronto è sempre obbligato e quasi sempre ne usciamo male. Questo libro mette sotto la lente di ingrandimento la nostra capacità di rapportarci agli altri.
Nuvola, purtroppo il primo pensiero inconscio che ci viene quando entriamo in contatto con altre persone è 'questo mi può far male?', e nella migliore delle ipotesi preferiamo rimanere chiusi in noi stessi.
Mario l.