Ogni giorno ha la sua pena. Il decreto legge sull'editoria portato avanti dal ministro Tremonti (che in passato, è dura crederci, scriveva ogni tanto su il manifesto) ha previsto dei pesanti tagli alla stampa cooperativa e politica. A farne le spese, tra gli altri, un quotidiano libero e indipendente, di sinistra, come il manifesto. Per questo, il giornale "da 37 anni dalla parte del torto" ha lanciato la sua campagna di sopravvivenza, con una copertina che spiega bene il tutto e fotografa in maniera implacabile la crisi che stiamo attraversando in Italia, tra privatizzazioni, svendite, tagli, divieti, censure. Una crisi economica, culturale, democratica.
Per questo vi invito a leggere e, se potete, contribuire a farlo uscire.
Il manifesto è in edicola da 37 anni. Da quando è nato, condannando il comportamento del PCI riguardo ai fatti di Praga, lotta per restare una voce fuori dal coro. Nella non rosea situazione dell'informazione italiana, in cui la grande maggioranza della stampa è il fedele cagnolino da compagnia (o da riporto) del potere, ha saputo essere un ottimo mastino da guardia, sempre vigile e pronto a mostrare i denti in caso di bisogno. Con coraggio ha ospitato opinioni scomode e dato spazio a notizie ignorate da altri. Non una volta ha avuto paura di schierarsi, di fare una denuncia o una critica. Lavorando con convinzione e tenacia è sempre riuscito a rimanere libero da qualsiasi condizionamento.
Non si tratta di essere di sinistra, o comunisti. Non si tratta di abbracciare un'opinione politica.
Si tratta di proteggere il mondo dell'informazione da una legge che consentirà al Governo di assegnare i finanziamenti all'editoria in modo arbitrario, con il concreto pericolo che possano essere usati per premiare o penalizzare in base alla condotta nei confronti di chi in quel momento è al potere. Si tratta di reagire contro un provvedimento mirato a far sì che solo chi ha potere e denaro possa avere un giornale, una radio o una televisione. Si tratta di difendere la libertà di espressione e il pluralismo, ovvero quei diritti e quei valori in assenza dei quali una democrazia cessa di esistere.
Per saperne di più leggete qui. In particolare vi consiglio l'esauriente articolo di Giancarlo Aresta "Eutanasia di un giornale nutrito d'indipendenza".
Qui trovate le indicazioni per partecipare alla campagna di sottoscrizione.
Se potete, fate circolare questo appello. Grazie.
Per questo vi invito a leggere e, se potete, contribuire a farlo uscire.
Il manifesto è in edicola da 37 anni. Da quando è nato, condannando il comportamento del PCI riguardo ai fatti di Praga, lotta per restare una voce fuori dal coro. Nella non rosea situazione dell'informazione italiana, in cui la grande maggioranza della stampa è il fedele cagnolino da compagnia (o da riporto) del potere, ha saputo essere un ottimo mastino da guardia, sempre vigile e pronto a mostrare i denti in caso di bisogno. Con coraggio ha ospitato opinioni scomode e dato spazio a notizie ignorate da altri. Non una volta ha avuto paura di schierarsi, di fare una denuncia o una critica. Lavorando con convinzione e tenacia è sempre riuscito a rimanere libero da qualsiasi condizionamento.
Non si tratta di essere di sinistra, o comunisti. Non si tratta di abbracciare un'opinione politica.
Si tratta di proteggere il mondo dell'informazione da una legge che consentirà al Governo di assegnare i finanziamenti all'editoria in modo arbitrario, con il concreto pericolo che possano essere usati per premiare o penalizzare in base alla condotta nei confronti di chi in quel momento è al potere. Si tratta di reagire contro un provvedimento mirato a far sì che solo chi ha potere e denaro possa avere un giornale, una radio o una televisione. Si tratta di difendere la libertà di espressione e il pluralismo, ovvero quei diritti e quei valori in assenza dei quali una democrazia cessa di esistere.
Per saperne di più leggete qui. In particolare vi consiglio l'esauriente articolo di Giancarlo Aresta "Eutanasia di un giornale nutrito d'indipendenza".
Qui trovate le indicazioni per partecipare alla campagna di sottoscrizione.
Se potete, fate circolare questo appello. Grazie.
Grazie Mario. La libertà o è di tutti o non è, per questo dico sottoscrivete, sottoscrivete, sottoscrivete ...
RispondiEliminaGrazie. Tempestivo ed efficiente, come sempre! ;-)
RispondiElimina