07 aprile 2013

Il cielo sopra il porto

"Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto."
W. Gibson - Neuromante
(perché abbiano scelto questa immagine che non c'entra nulla col libro, proprio mi sfugge)

 La frase iniziale del Neuromante, uno dei primi e migliori romanzi cyberpunk di sempre, è estremamente ricca di significati e con poche parole è in grado di introdurre l'intero genere.
E se può sembrare che io legga più di quanto lo stesso scrittore possa aver pensato, ricordetevi che questa è la prima frase del libro, quella in grado di vendere o condannare un libro, una frase tanto limata da essere diventata un rasoio, possibilmente l'ultima frase ad essere scritta dell'intero libro.


  • La televisione
William Gibson avrebbe potuto dire che il cielo era semplicemente "grigio" o "coperto", o che "gravava una tempesta", ma questo non avrebbe reso l'idea della pervasività della tecnologia.

Essa è così ingombrante che anche il linguaggio è costretto ad adeguarsi e similitudini e metafore si piegano e si adattano; come dire, in un romanzo di guerra, che "il cielo era dello stesso colore di una canna di fucile".
Quella che viene trasmessa è la sensazione che la narrazione del futuro cyberpunk venga fatta non da un nostro contemporaneo, ma una persona che in quell'ambiente vive, a cui viene naturale quel riferimento.




  • Un canale morto

In secondo lugo il richiamo al "canale morto" insinua l'idea della decadenza che forma la parte "punk" del cyberpunk.
Il futuro del cyberpunk non è il futuro della fantascienza del periodo d'oro di Asimov di utopie, possibilità e sogni; è un futuro in cui le meraviglie tecnologiche di oggi sono diventate le reliquie obsolete di domani. Manca l'ammirazione e la fiducia incondizionata nella tecnologia, e al suo posto c'è un mondo molto più vivo e realistico di uomini dalla dubbia moralità e multinazionali corrotte. La tecnologia decadente sottolinea le diseguaglianze e rappresenta la nuova distinzione di classe del futuro: i ricchi possono permettersi oggetti sempre nuovi e funzionanti, i poveri vivono di imitazioni e beni di seconda mano.

(i televisori moderni sono programmati per non visualizzare più questa immagine in mancanza di segnale)
  • Il porto
Anche il luogo scelto dall'autore non è casuale. Il porto fa pensare ad una posizione sociale bassa: è improbabile, infatti, che una persona agiata scelga di andare verso il porto di mattina, in una giornata grigia.
Chi sta là deve essere un lavoratore o un viaggiatore che non può permettersi di meglio.
Oltre al disagio e alla povertà, il porto ci comunica anche il desiderio o la speranza di fuga, un'evasione corteggiata, ma non realizzata, la voglia di cambiamento e la difficoltà di realizzarlo.



  • In Conclusione


In meno di venti parole William Gibson riesce a ritrarre tutto un genere, dimostrando come si possano fare delle descrizioni estremamente efficaci senza dilungarsi (come, invece, ho fatto io).

Il cyberpunk unisce in sé la decadenza ("punk" = marciume) e l'innovazione, un futuro non troppo distante, ma allo stesso tempo alieno nel suo degrado e nella sua etica distorta. Gli uomini sono esseri ferini, e c'è una lotta continua non tanto e non solo per la sopravvivenza, ma soprattutto per il dominio. Non c'è posto per chi si accontenta. In un futuro in cui gli uomini si trasformano in bestie, si ritrova il transumanesimo nelle intelligenze artificiali e in chi rimane al di fuori dei giochi.
Il Neuromante è un libro stupendo, scritto nel 1984, agli albori di internet, che presenta un futuro distopico e spaventosamente reale. La storia di un riscatto personale e della lotta per il cambiamento.
Lo stile può risultare talvolta faticoso da seguire, in quanto la narrazione non viene interrotta per spiegare il futuro a noi di un tempo passato, ma lascia al lettore il compito di integrare i vuoti.

Neuromante, edito da Mondadori, è in vendita anche presso Amazon. Purtroppo la versione e-book è solo disponibile al momento in inglese per Kindle, o dispositivi Android.

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