28 febbraio 2007

Scuotivento

Scuotivento poteva chiedere pietà urlando in diciannove lingue, e solo urlare* in altre quarantaquattro.

*Questo è importante. Viaggiatori inesperti possono pensare che “Aargh!” sia universale, ma in Betrobi significa “molto divertente” e in Howondalandia, può significare “Mi piacerebbe mangiare il tuo piede”, “Tua madre è un grande ippopotamo” e “Salve, Pensa Signor Gatto Viola.” Una particolare tribù ha una temibile reputazione di crudeltà solo perché a loro sembra che i prigionieri urlino “Presto! Più olio bollente!”



Citazione tratta dal libro di Terry Pratchett "Tempi interessanti", immagine presa qui

Ma delle due, quale?

Possibile che nel mio futuro non ci sia la scrittura?
O che, a forza di trascurarla, la mia ispirazione se la sia presa?
Ho sempre pensato che prima o poi sarei riuscito a scrivere un libro. Ho scritto anche quattro/cinque capitoli di un paio di storie, ma dopo mi sono bloccato.
E' da un bel po' che non scrivo racconti e da ancora di più che non tocco i miei "libri" e sto incominciando a chiedermi se, forse, semplicemente era così che doveva andare.
Forse non ho il "fiato" per scrivere un libro. Mi butto a capofitto a scrivere tre quattro capitoli poi ... puff!
Niente.
Quando vado a riprenderli, non mi viene in mente niente.
Non ho più neanche l'ispirazione per un buon racconto. Mi metto a scriverli e non so neanche come finirli.
E' una sensazione orribile.

Credo che ci siano solo tre possibili soluzioni a questa crisi.
1) Prendo di petto la questione: mi siedo di fronte al computer ogni giorno almeno un paio d'ore, senza distrazioni, e aspetto finchè qualcosa non viene fuori.
2) La prendo per le lunghe: prima o poi mi verranno le idee giuste e allora finirò i libri in un batter d'occhio, scriverò palate di racconti e diventerò un best-seller. Basta aspettare.
3) Non sarò mai uno scrittore. Mi devo arrendere all'evidenza. Ho scritto qualche racconto "da ragazzo" e ora è finita.
...
...
L'opzione numero 1 al momento è impraticabile. Purtroppo non ho tutto questo tempo libero.
Rimangono la due e la tre.
Ma delle due, quale?

27 febbraio 2007

Il peggio è passato...

Va bene, non c'è più la febbre.
E' passata.
Sì.
A Salvatore (anche se ci siamo solo sentiti per telefono) è andato il grosso. Mi raccontava di visioni mistiche e temperature da soffritto.
A mi madre solo in piccola parte, per fortuna, che sennò come si tirava avanti qui a casa?! (amore di figlio..).
A me è rimasto il mal di gola e la tosse.
D'altra parte, come abbiamo detto, passeranno anche quelli....

24 febbraio 2007

Corde mistiche

«Noi non siamo nemici, ma amici. Noi dobbiamo non essere nemici. Possiamo essere stati tesi dalle nostre passioni, ma ciò non deve rompere in nostri legami d'affetto. Le corde mistiche della memoria suoneranno se toccate ancora, come sicuramente saranno, dai migliori angeli della nostra natura »
Abraham Lincoln.
Immagine presa qui

21 febbraio 2007

Passeranno anche quelli

Oggi finalmente viene il medico.

...
Medico: (accompagnando le parole con un'energica pacca sulla spalla) "Allora, Mario, come andiamo?"
Mario: (accompagnando le parole con degli energici colpi di tosse) "Beh... insomma... c'ho un po' di ..."
Medico: "Ti sei misurato la febbre?"
Mario: "Lo stavo giusto facendo."
Medico: "Bene... vediamo... trentasei e otto. T'è passata allora la febbre?"
Mario: "No, è che stamattina ho preso due compresse di tachipirina e allora m'è scesa."
Medico: "Lo immaginavo che fosse una di quelle forme influenzali che durano tre, quattro giorni e poi passano."
Mario: "... No. Stamattina avevo trentotto e mezzo. Non m'è passata. Ho preso la tachipirina e m'è scesa."
Medico: "Bene, adesso che t'è passata, magari domani non uscire o rischi la ricaduta."
Mario: "Non ci pensavo proprio, stamattina avevo TRENTOTTO E MEZZO. Non credo proprio di uscire..."
Medico: "Figurati, quella è fesseria."
Mario: "..."
Medico: "Tosse? Mal di gola ne hai?"
Mario: "Sì, io ..."
Medico: "Passeranno anche quelli." (pacca sulla spalla)
Mario: "..." (colpo di tosse)

Stasera ho di nuovo 38 e mezzo....

20 febbraio 2007

A fever you can't sweat out

Quarto giorno.
La febbre, lo sanno tutti, si alza sempre la sera.
Ma se quando ti svegli c'hai già 38,5 (trentotto e mezzo) la sera che avrai?
Trentanove.
Una tachipirina da 500 non basta, ne prendo due. E per la notte risolvo.
Ma se ne andrà sta febbre?

17 febbraio 2007

La febbre del sabato sera

Sei tranquillo.
Progetti di uscire fuori, magari. Anche se sei a Vibo si può tentare qualcosa.
Hai una leggera tosse, come un prurito all'attaccatura dei bronchi.
Sembri un gatto che cerca di sputare una palla di pelo.
Di pomeriggio ti viene sonno.
"Sarà perchè non ho dormito abbastanza stanotte."
"Sarà perchè non ho preso il caffè."
Nel dormiveglia ti convinci che il freddo che senti hai piedi è dovuto al fatto che non stai camminando.
Dopo averci riflettuto su, capisci che sei a letto e sotto le coperte. Non c'entra molto il fatto che non cammini.
Gli occhi ti lacrimano e hai un leggero senso di mal di testa.
Prendi il termometro.
37 e mezzo.
Mi metto sulla poltrona, accendo il camino, mi metto addosso la coperta e rimango in dormiveglia. Di più non mi viene...

14 febbraio 2007

Contenuto e contenitore

Non mi è sempre piaciuto scrivere.
Alle medie andavo abbastanza male, anzi.
Al ginassio, però, ho avuto la fortuna di trovare una professoressa che mi aiutasse a trovare il "mio" modo di scrivere.
Ho incominciato ad amare la scrittura.
Al posto dei normali temi facevo dei veri e propri racconti.
Niente considerazioni personali, "secondo me" e compagnia bella.
No. Solo storie, dalle quali si poteva comprendere il mio punto di vista.
Un'altro mio problema è che non ho una buona calligrafia.
Quando mi impegno, sembra la scrittura di un bambino delle medie o delle elementari. Le "m" e le "n" hanno veramente le gobbe, non si mascherano da "u".
La "a" ha la gambetta.
Per scrivere bene ci perdo molto tempo.
Questo vuol dire che quando scrivevo i compiti ero sempre l'ultimissimo a ricopiare.
Per rimediare a questo problema ho incominciato a scrivere direttamente in bella.
Durante i compiti di italiano perdevo un'ora a pensare la storia e le altre quattro a scriverla.
Questo mio modo di scrivere, bene o male, è sempre andato bene ai diversi professori che ho avuto al liceo.
Fino all'ultimo anno.
La professoressa che ho avuto all'ultimo anno mi ha impedito di scrivere come volevo e sapevo.
E' stato un enorme sacrificio, ma l'ho fatto. Facevo temi stupidissimi e brevissimi (non sapevo mai che dire, dopo il primo "secondo me").
Però continuavo a scrivere direttamente in bella.
Come potete immaginare, quando si scrive direttamente in bella, possono scappare ogni tanto degli errori.
Io mi ricorderò sempre un compito.

Prof: "Mario. Vieni qua, alla cattedra, per piacere."
Io: "hum."
Prof: (di fronte a tutta la classe a voce ben alta) "Mario, in questo compito hai preso sei meno. Non potevo fare altrimenti. Hai fatto un grave errore grammaticale. Leggi qua."
Io (leggo fra me e me): "Vedo, io..."
Prof: (interrompe e continua a beneficio della classe) "Vedi Mario, qui hai scritto "un" con l'apostrofo di fronte a un nome maschile."
Io (stridore di denti)
Prof: "E' un errore molto grave!"
Io: "Ho scritto direttamente in bella, io..."
Prof (sempre interrompendo): "Avrei dovuto abbassarti di più il voto, ma non l'ho fatto in vista degli esami..."
Io (tra i denti): "Grazie troia"
Prof: "Io oggi ti aiutato. Ma agli esami non ci sarò io a correggere i compiti e quindi non ti potrò aiutare quando fai questi errori!"
Io (sorrido): "Grazie." (prendo il compito dalle sue mani e mi dirigo enormemente sollevato per la notizia che mi ha appena dato verso il mio posto).


All'esame ho scritto come sapevo scrivere io. Ho preso il massimo e ho ricevuto i complimenti del presidente (esterno) della commissione per essere stato l'unico a capire come si scriveva un articolo di giornale/saggio per la prima prova.
Ora scrivo racconti.
Magari c'è qualche errore qui e là, ma per fortuna nessuno mi "aiuta" più.
Le persone che li leggono, li valutano per il contenuto, non per il contenitore.


p.s. questa qui sotto è solo la mia scrittura a stampatello...


11 febbraio 2007

Vodaphone

tuuuu......
...
tuuuu......
...
tu -click!-

"Pronto! Salvo!"
"mmmm...."
"... ?"
"AAAAAHHHHHH!!!!"
"Salvo?"
"OOOOOOOHHHH!!!! SSSSSSIIIIIIII'!!"
"....Salvo?...."
"Vodaphone, l'utente da lei chiamato è al momento impegnato in un orgasmo..."
"CLAUDIO!!! Ehhhh!!! Come va!!!"
"Muff diving. Cum Gargling. Milf."
"Vabbè Claudio... senti sono in treno...non mi sembra tanto il caso..."
"AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH YEEEEEESSSSS!!!!!!"
"Sì, senti mi passi Salvatore?"
"OOHH... OOOHHH... OOOOOOOOOOOOHHHH YYYYEEEEEESSSS!!!!!!!!"
"Ok... ho capito... mi passeresti Salvo ora?"
"....(Claudio fammi parlare con Mario, dai...)...AAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!! gorglgorglgorgl... Cum gargling girls."
"Ma vaffanculo Claudio. Sto chiamando io. Passami il porco."
"Va bene cara."

10 febbraio 2007

Le migliori idee

E' inutile.
Tanto le migliori idee ti vengono nei momenti peggiori.
Quando hai già spento la luce, hai trovato la posizione perfetta dentro le coperte e il sonno sta per avere il sopravvento.
Quando stai studiando, a due pagine dalla fine del capitolo, e ti dici "arriviamo alla fine del capitolo e poi facciamo questo." Per fare due pagine poi ci impieghi tutto il pomeriggio.
Quando stai parlando con una persona estremamente noiosa e logorroica (è facile distrarsi...) ma per educazione devi rimanere ad ascoltarla.
Quando hai affittato un film e sei appena entrato in casa, ti viene l'idea, poi guardi il film, pensi che sarebbe un peccato non vederlo una volta che l'hai pagato, e poi ti fa anche schifo.
Quando non hai fatto nulla per tutta la serata di fronte al computer e stai per spegnerlo perchè intanto s'è fatto tardissimo e lì ti becca l'ispirazione.
E' inutile.
O l'accettiamo, oppure rimaniamo le persone mediocri che siamo.
Se, come diceva Marai, è con la nostra esistenza che risponderemo alla fine, facciamo in modo che sia una risposta di cui possiamo andare orgogliosi.

07 febbraio 2007

Question mark

Un giorno il mio professore di filosofia al liceo ci fece questo test. Disse che era stato usato, insieme ad altri, come prova d'ammissione alla Sorbona.
"Questa è una domanda?"
Svariate possono essere le risposte, e noi ne provammo diverse.
Quella più originale, ci disse lui, fu:
"Se quella è una domanda, questa è una risposta."

06 febbraio 2007

Guerrieeeriii....

Napoli, esterno. Notte.
E' tardi ed è presto.
Fuori è buio e non c'è nessuno.
Niente macchine per le strade, poca gente sui marciapiedi.
Molti vicoli scuri.
Una mia amica mi indica un quartiere:
"Lo vedi? Quelli sono i Quartieri."
"I quartieri?"
"I Quartieri spagnoli. Lì è meglio non è entrare. Anche di giorno."


Camminiamo... dopo un po' il suo ragazzo fa:
"Guerrieeeriii?? Giochiamo a fare la guerraaa??" Citazione da 'I guerrieri della notte', film su un'enorme guerra tra bande a New York.
Io penso a "Città di Dio", un bel film sull'omonima favela brasiliana e vedo un gruppo di ragazzini passare. Mi chiedo se sono solo bambini o piccoli delinquenti.
Forse mi sto lasciando condizionare troppo.
Beviamo qualcosa, poi torniamo a casa.
La gente cominciava a uscire, ma è troppo tardi...
Chissà.

Immagine presa qui