Quest'anno, a settembre, sono stato a New York e posso dire che vista da vicino c'è qualcosa di veramente particolare.
(Ho trovato finalmente il piripicchio di Google Maps! Oppure lui ha trovato me?) |
New York ha una natura duplice e contrapposta: vicino e lontano, piccolo ed enorme, il singolo e la folla.
Da vicino si vedono i piccoli negozi, le botteghe sulle strade che vendono robaccia, i cartomanti, i finti pub irlandesi.
(New York come si vede raramente: dal basso e da vicino) |
Più in alto e distanti si vedono i grattacieli torreggianti e maestosi.
Un grattacielo visto dal basso è uno Starbucks o un negozio di souvenir, di vestiti cinesi o indiani, elettronica di dubbia qualità e provenienza, innumerevoli "deli", catene di drugstore... Difficilmente, mentre si scansano i turisti ed i passanti, si ha tempo per sollevare veramente la testa per vedere la cima di quei palazzi.
Un grattacielo è come un arcobaleno, lo vedi bene solo da lontano.
(vista sud di Manhattan dall'Empire: principalmente grattacieli) |
Piccole sono le case a due piani in periferia, col giardinetto davanti, una diversa dall'altra, le camere d'albergo, i locali costruiti nei seminterrati.
Enormi sono gli isolati, i palazzoni, i camion, il parco, i musei...
(I London Terrace un isolato fatto da un unico complesso di appartamenti) |
E poi le persone: ci sono così tante persone uniche e diverse, eccentriche e bizzarre.
Si trovano donne in tanga e body painting della bandiera americana che parlano con l'imitatore di Olaf a Times square, i salutisti che corrono sul posto ai semafori alle 6 del mattino, gli obesi che vanno sugli scooter, vecchi tatuati dalla testa ai piedi passare accanto a giovani yuppie, l'assoluta povertà di anziani senzatetto che si legavano buste ai piedi e ragazzi che chiedevano l'elemosina scrivendo sui cartelli "23 anni solo e stressato".
Ma nella folla non esistono più persone: tutte le differenze si appiattiscono.
(E. Hopper - "From Williamsburg bridge" - MoMA - una persona sola affacciata alla finestra) |
Questa sembra la natura bizzarra ed unica di New York, capace di coniugare questi opposti, continuamente amalgamandoli.
I contrasti sono forti e stranamente, anche diverso tempo dopo essere tornato in Italia, sembrano ancora inconciliabili.
Non ci sono vie di mezzo. Non c'è veramente un punto in cui vicino e lontano, piccolo ed enorme, singolo e folla sembrano andare d'accordo.
Tutto si riflette biano e nero, complesso eppure semplice.
Questa forse è la cosa che più mi ha colpito di New York.
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